GIUSTIZIA: VIETTI, REGIME DELLA PRESCRIZIONE VA CAMBIATO

‘La svolta sta nel cambiare il regime della prescrizione. Così com’è, è solo un premio per chi perde tempo. Penso a una logica di doppio binario: da un lato, la prescrizione dovrebbe avere tempi che corrispondano effettivamente al venire meno dell’interesse dello Stato a perseguire il reato; dall’altro, non dovrebbe più decorrere quando un giudice abbia stabilito che il processo va fatto’. Ne è convinto Michele Vietti, vicepresidente del Csm, secondo cui in questo modo ‘potremmo perfino recuperare il processo breve inteso in modo corretto: non come una tagliola, ma come una scansione certa dei tempi di ciascun grado di giudizio che, se non vengono rispettati, danno luogo a responsabilità disciplinare’. L’Unione europea, rileva Vietti in un’intervista a Repubblica, ‘ha rimproverato l’Italia per la durata eccessiva dei processi di corruzione e per i termini troppo brevi di prescrizione che portano all’inevitabile estinzione di un reato così grave. Questo è frutto di un approccio alla prescrizione che guarda solo all’interesse dell’imputato, dimenticando che nel processo va garantita la pretesa punitiva dello Stato e il diritto delle parti offese. La prescrizione è sempre una sconfitta per lo Stato, chiunque sia l’imputato’. In Italia, sottolinea Vietti, ‘dal 2001 si sono prescritti in media 169mila processi all’anno. E’ un dato impressionante, anche alla luce degli enormi sforzi profusi per ciascuno di essi dalla polizia giudiziaria, dagli uffici del pm, dai giudici, nonche’ ovviamente per i relativi costi’. Per questo, afferma, ‘bisogna attuare la convenzione di Merida creando un’apposita Agenzia di prevenzione e contrasto alla corruzione. Il vantaggio del nuovo clima politico – aggiunge il vicepresidente del Csm – e’ proprio quello di poter prescindere dalle vicende giudiziarie di Berlusconi e di poter ragionare su soluzioni strutturali nell’interesse generale’.