Se il Vaticano ha aperto per primo alla revisione delle esenzioni dell’Ici agli immobili della Chiesa, per bocca del cardinale Tarzisio Bertone, la Conferenza episcopale italiana puntualizza che la Chiesa cattolica è sì disponibile a fare la propria parte di sacrifici nel clima di ‘austerity’ inaugurato dal Governo di Mario Monti, ma l’iniziativa di questa operazione è tutta nelle mani di Palazzo Chigi.
A farsi carico di una sottolineatura che, con linguaggio diplomatico, fa trasparire le resistenze che serpeggiano in seno all’episcopato italiano, è stato il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Che, alla tradizionale conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente, il ‘parlamentino’ dei vescovi italiani, ha tenuto a mettere in evidenza che la modifica della disciplina sull’esenzione dell’Ici "è materia unilaterale e non concordataria". La normativa che regola la questione è "legge dello Stato", e il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, "ha detto che la legge di esenzione è una buona legge perché assicura attenzione alla vita sociale e alle fasce più deboli ed ha ribadito che le leggi dello Stato vanno rispettate".
Bagnasco – sottolineatura non priva di significato – si è espresso con consenso "abbastanza pieno" degli altri vescovi quando ha affermato che "siamo consapevoli che può essere utile la correzione o l’aggiustamento di qualche aspetto e siamo pronti ad una legislazione sempre più puntuale". Ad ogni modo, "il Governo sta lavorando su questa materia, io non ho informazioni da riferire sui particolari perché non ne sono a conoscenza". Quanto a "colloqui o non colloqui" tra i vertici ecclesiastici e i rappresentanti del Governo, Crociata, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è limitato a dire che "c’è un rapporto ordinario di tipo istituzionale su tutta la materia e noi esprimiamo il nostro punto di vista", ma – se il concetto non fosse chiaro – "si tratta di materia unilaterale". Monsignor Crociata ha anche ribadito che i vescovi considerano l’esecutivo Monti un "Governo di buona volontà", ma ha sottolineato che "c’è un Parlamento che permette al Governo di lavorare". Il numero due della Cei è sembrato archiviare l’esperienza delle associazioni cattoliche di Todi quando ha preannunciato che a marzo la Conferenza episcopale italiana organizzerà una conferenza nazionale per tutte le scuole di formazione politica delle diocesi italiane. Ad ogni modo, quando parlano di "un soggetto unitario diffuso", i vescovi italiani non hanno in mente un partito politico ma una "presa di coscienza" dei credenti che vogliono impegnarsi in politica. Quanto all’Unione europea, la Cei non è diffidente o preoccupata, anzi incoraggia l’integrazione comunitaria, ma sottolinea che ci sono "materie e competenze che non possono non rispecchiare esigenze e identità nazionali".
Proprio da Bruxelles arrivano dei rischi per l’esenzione Ici. La materia è infatti regolata con la legge del Governo Prodi del 2006 che sancisce l’esenzione agli immobili destinati ad attività sanitarie, educative, assistenziali e a tutti gli edifici "non esclusivamente commerciali". Per eliminare la ‘zona d’ombra’ nata dall’ambiguità di questa formulazione (ad esempio, monasteri usati come albergo che non pagano l’Ici perché ospitano una cappellina) il ministero dell’Economia ha già diramato una circolare nel 2009 che fissava paletti restrittivi. Eppure sono continuate elusioni ed evasioni, tanto che prima Bertone, poi Bagnasco hanno aperto ad una revisione. La trasmissione ‘Gli intoccabili’ di Gianluigi Nuzzi (La7) ha reso noto un appunto del 30 settembre che il Presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi ha indirizzato a Bertone per suggerire soluzioni tese a sanare un’irregolarità che riguarda gli edifici di tutto il settore ‘non profit’ e che, per ‘Avvenire’, provoca un mancato gettito all’erario di 100 milioni di euro all’anno. Il problema c’è, insomma, e va risolto presto. Tanto più che a marzo – e qui entra in campo l’Unione europea – su denuncia dei radicali, la Commissione europea potrebbe bocciare l’Italia per aiuti di Stato alla Chiesa. Il premier Monti, ex commissario Ue, e il suo ministro agli Affari comunitari Enzo Moavero Milanesi, ex funzionario di Bruxelles, lo sanno e vogliono arrivare a una soluzione prima di allora.
Da Palazzo Chigi è già filtrata, nelle scorse settimane, un’ipotesi di accordo che limiterebbe l’esenzione alle sole parti degli immobili ecclesiastici ‘ibridi’ effettivamente scevre da finalità economiche (ad esempio, esenzione sulla cappellina e non sul resto dell’immobile destinato ad albergo). L’occasione ufficiale per siglare l’accordo sarebbe il tradizionale ricevimento per i Patti lateranensi il prossimo 16 febbraio all’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Solo lunedì scorso, aprendo i lavori del Consiglio permanente, Bagnasco ha sentenziato che "evadere le tasse è peccato. Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo". La Cei è pronta. Ma lascia al Governo l’onere dell’iniziativa.