"Procedure troppo complesse e quantità spropositate di materiale da movimentare nel settore delle bonifiche possono essere, anche non volontariamente, una sponda per gli interessi della criminalità". Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel corso della sua audizione di fronte alla commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti. "C’è un nesso molto forte – ha detto il ministro – tra semplificazione e recupero di legalità". Per questo è ora di cambiare, in tutti i sensi. E’ prioritario riperimetrare i siti di interesse nazionale perchè attualmente "l’estensione dei siti è assolutamente superiore alle aree che davvero necessitano di bonifica: allo stato c’è un blocco del 5% di territorio nazionale ubicato in zone strategiche come nel caso di Marghera o Bagnoli".
"In quest’ottica – ha sottolineato Clini – nel decreto Semplificazione si prevede che in aree industriali dismesse, ubicate in siti di interesse nazionale, puo’ avvenire una reindustrializzazione se c’e’ stata la messa in sicurezza e sulla base di un progetto approvato secondo le procedure previste dal Codice ambiente. Cioè se la destinazione indicata è industriale si ottiene una semplificazione, ferma restando la messa in sicurezza". Sempre per quel che riguarda Marghera "conto di finalizzare un accordo di programma con la regione Veneto e il ministero dello Sviluppo Economico volto a semplificare procedure". Un accordo che potrebbe esssere preso a modello in altri siti di bonifica interesse nazionale che da anni sono bloccati senza essere bonificati ne’ essere riutilizzati. Per il ministro dunque è possibile una quadratura del cerchio. "L’obiettivo di bonifica deve essere parametrato al’uso che si fara’ dei siti – ha sottolineato Clini, facendo l’esempio di Bagnoli – che e’ un esempio di scuola". "L’ipotesi dell’America’s Cup si e’ scontrata con una situazione chimico-fisica del sito molto compromessa. In questo caso si puo’ pensare a una riqualificazione ambientale progressiva che possa per esempio portare a valorizzare l’area da un punto di vista portuale".
Altrove potrebbero essere favoriti altri strumenti come le transazioni da negoziare in base alla volonta’ degli operatori di continuare a produrre nelle aree che andrebbero bonificate. "Eni ci ha fatto una proposta: mi sono preso un po’ di tempo perche’ ci sono alcune questioni da risolvere. La prima riguarda qual e’ l’obiettivo: se vogliamo recuperare i siti per nuove attivita’ industriali dobbiamo evitare che Eni si ritenga disimpegnata una volta che abbia pagato. La seconda considerazione riguarda il valore della transazione e l’uso che va fatto di queste risorse. L’esigenza principale e’ che questi siti possano essere restituibili ad usi produttivi se non proprio industriali". Peraltro Eni e’ uno degli operatori con cui e’ "e’ stata conclusa una transazione per Porto Marghera del valore di 567 milioni di euro". Poi sempre in materia di bonifiche ci sono situazioni diverse come nel caso della Maddalena a cui "sono state destinate risorse per 1,2 miliardi di euro".