Due giorni di emergenza neve a Roma non sono stati uno spettacolo molto gratificante sul piano delle efficenza per la ‘macchina’ che doveva gestire una crisi, peraltro annunciata da giorni. Oggi, sabato, siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità (lunedi scuole e uffici resteranno chiusi) ma si pongono già interrogativi su quanto è accaduto e se sia stato fatto tutto il possibile per evitare i fortissimi disagi subiti da migliaia di cittadini, non solo pendolari e automobilisti, nella giornata di ieri e durante la scorsa notte.
Proviamo a elencarne alcuni. Perchè con la chiusura delle scuole nella giornata di sabato, ritenuta a giusta ragione critica per la città, non sono state adottate anche misure incisive sulla viabilità, ad esempio, disponendo l’obbligo delle catene a bordo per gli automobilisti? Perchè non è stato rafforzato il dispositivo della polizia municipale in campo che ha visto operativi nelle 24 ore più critiche per l’ondata maltempo 830 pattuglie, in pratica 1660 uomini (dati della Municipale), su un organico che però è di ben 7 mila uomini?
E ancora, perchè non sono state diramate direttive precise anche ai tassisti, che pure svolgono un servizio pubblico? Nel pomeriggio di venerdì diverse cooperative di taxi hanno di fatto ‘motu proprio’ sciolto i turni di servizi causa neve. Questo ovviamente, con la eccezione di singoli tassisti che hanno continuato il loro lavoro, con corse ridotte ad alcune zone della città. Numerose le segnalazioni di cittadini, anche di turisti, che non sono riusciti a contattare i centralini delle cooperative taxi, quasi tutti muti o con i risponditori automatici. Difficoltà a raggiungere, se non a piedi, le abitazioni dai luoghi di lavoro.
Anche sul fronte trasporto pubblico i disagi e i disservizi per miglia di cittadini che avevano scelto di non usare l’auto per recarsi al lavoro sono stati più che tangibili. In pratica solo un quarto delle linee di autobus sono state garantite. Ci si chiede perchè non si è corso al riparo prima con il cosiddetto piano neve stabilendo una copertura più ampia di linee? Sul piano della gestione dell’emergenza viabilità è apparso poi evidente l’assenza di una regia unica, di un coordinamento, tra i vari enti e cioè Comune, Provincia, Regione, forze dell’ordine e protezione civile di Roma, ferrovie dello Stato, Anas. Questo ha probabilmente avuto, al di là delle eccezionalità dell’evento, degli effetti sui tempi dei soccorsi e della assistenza a migliaia di automobilisti intrappolati sulle strade consolari o ai pendolari bloccati per ore ed ore nei vagoni di treni locali.
Solo grazie allo spirito e all’iniziativa di servizio delle pattuglie di polizia, carabinieri e delle squadre dei vigili del fuoco numerosi cittadini hanno potuto avere soccorso e assistenza, con non poche difficoltà.
Insomma, volendo dare voce a una moltitudine di cittadini che si sono trovati loro malgrado a vivere l’emergenza, la sensazione è che vi sia stata quanto meno una certa approssimazione nella messa a punto delle misure necessarie. Sia prevalso "l’ognuno per sè", prima e durante la gestione dell’emergenza, e poi il ‘tutti contro tutti’, o quasi, nelle prevedibili polemiche del giorno dopo.