"Non si può certo dire che l’accordo sulla riforma del mercato del lavoro sia a un passo. Anzi. Ma certamente – annota Roberto Giovannini a pagina 27 della Stampa – la giornata di ieri segna una svolta sul piano del metodo, e l’atmosfera pare più favorevole a una possibile (ma sempre problematica) intesa. Giornata densa di impegni: nella mattina il vertice di tre ore tra il ministro del Lavoro Elsa Fornero e la leader Cgil Susanna Camusso. Poi il summit dei tre segretari generali di Cgil-Cisl-Uil. Infine l’incontro tra i sindacalisti e i vertici delle associazioni degli imprenditori, che ha stabilito che da ora la trattativa prosegue con un tavolo tecnico. Imprese e sindacati, affronteranno un tema dopo l’altro – ovviamente cominciando da quelli ‘facili’, dove le parti sociali sono più vicine – per provare a trovare soluzioni condivise. Evidentemente, si lascerà per ultimo il nodo più delicato, quello delle eventuali modifiche all’articolo 18 che regola i licenziamenti. Nel frattempo, continua l’opera di diplomazia bilaterale del ministro Fornero, che vedrà separatamente i vari protagonisti del confronto. Solo alla fine del percorso negoziale tra imprese e sindacati si arrivera’ a un nuovo incontro plenario a Palazzo Chigi.
‘Bisogna provare a ragionare per dare un contributo al confronto. Domani il lavoro tecnico partira’ da cose per noi fondamentali’, spiega Susanna Camusso al termine del terzo vertice (a cui erano presenti oltre a Confindustria, anche Ugl, Abi, Ania e Cooperative, ma non Rete Imprese Italia). L’articolo 18? La leader Cgil risponde ‘no comment’, come faranno tutti i sindacalisti. Ma l’incontro e’ ‘andato bene’ anche per la Cisl di Raffaele Bonanni. ‘C’e’ un accordo su alcuni elementi che ci hanno gia’ visti uniti. Abbiamo deciso – dice il sindacalista – di lavorare, a partire da domani con un tavolo permanente su ammortizzatori sociali, flessibilita’ malate e contratti di lavoro’. Il tavolo, aggiunge Bonanni, lavorera’ ‘il tempo che serve a raggiungere una soluzione. E questo nell’interesse stesso che il governo ha di raggiungere un risultato’, conclude. Stesse valutazioni – e stesso no comment sull’art. 18 – da Luigi Angeletti e dal segretario Ugl Giovanni Centrella. Emma Marcegaglia parla di ‘incontro utile e positivo’, e ricorda che il confronto tecnico non si trasformera’ ‘in un documento politico’. Si tratterà piuttosto ‘di un contributo tecnico molto dettagliato che sara’ girato al governo, su alcuni punti specifici’.
Dunque si mette da parte, e sarà affrontata per ultima, la questione dei licenziamenti. In casa Cisl si valuta con soddisfazione l’atteggiamento ‘aperto’ manifestato dalla Cgil: ‘Noi – spiegano – non possiamo fare un accordo separato; loro non vogliono restare isolati’. Cisl e Uil vedono la possibilita’ di portare a casa risultati concreti sul potenziamento degli ammortizzatori sociali, sulla parificazione dei contributi, sulla riduzione della precarieta’, cedendo qualcosa sulla ‘flessibilita’ in uscita’. Magari sotto forma di questa nuova disciplina dei licenziamenti individuali, da trasferire in prima battuta alla legge 223, che regola Cig, mobilita’ e licenziamenti collettivi. La Cgil di modifiche all’articolo 18 non ne vuole sapere, ma a quei possibili risultati e’ interessata e in qualche modo vuole ‘vedere’ le carte in mano al governo.
Che il sindacato di Corso d’Italia volesse provare a fare la trattativa – pur riservandosi di chiudere la porta sui licenziamenti, sfidando il governo ad agire unilateralmente su un tema tanto impopolare – lo si era capito gia’ da qualche giorno. E ieri, nel corso di un lungo incontro con Susanna Camusso il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha cercato di rassicurare la leader Cgil. Spiegando la sua volonta’ di seguire una politica ‘di porte aperte’ e un approccio ‘flessibile’ per trovare ‘tutti i punti di contatto possibili’; mostrando disponibilita’ su alcune richieste cigielline, a cominciare dagli ammortizzatori sociali e dalla ripulitura della lista dei contratti precari.
L’articolo 18? ‘Non ne parliamo nemmeno ora – ha detto Fornero a Camusso – lasciamocelo all’ultimo, ma aiutatemi a trovare qualche soluzione’. Le possibilita’ di arrivare a un accordo? ‘Le chances non sono zero – dice il ministro del Lavoro ma non sono nemmeno molte’".