Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio ritiene che Cesare Battisti, "ieri terrorista tra i ‘Proletari armati per il comunismo’ e oggi scrittore, condannato in contumacia all’ergastolo come responsabile di quattro omicidi, attualmente residente in Brasile (le cui autorità hanno rifiutato l’estradizione in Italia), sia mediaticamente sopravvalutato. Credo anche – prosegue il direttore del quotidiano Cei in risposta alla lettera di una lettrice – che le eccezionali attenzioni delle quali viene periodicamente gratificato potrebbero essere ormai giustificate soltanto in due circostanze: se e quando Battisti comincerà a espiare per la morte e il dolore che ha seminato, se e quando chiederà perdono alle sue vittime. Mi auguro soprattutto quest’ultima cosa. E non per un’indulgenza che, come lei, gentile signora, non troverei motivata. Ma perché non sopporto l’idea che un essere umano, qualunque male e violenza abbia compiuto, non recuperi se stesso e finisca per ‘marcire’ in carcere e nei propri drammatici errori".