La notizia era nell’aria da qualche mese, ma l’ufficialità è arrivata solo nei giorni scorsi con la presentazione del Supplemento statistico al Bollettino economico della Banca d’Italia: negli ultimi 3 mesi del 2011 i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese sono diminuiti dell’1,5 per cento e nell’ultimo mese di dicembre la contrazione è stata addirittura del 2,2 per cento. La denuncia viene dalla Cgia di Mestre. "Questi dati confermano che ci troviamo di fronte a una vera e propria stretta creditizia. Le banche hanno chiuso i rubinetti del credito e in una fase recessiva, come quella che stiamo vivendo in questo momento, corriamo il rischio che il nostro sistema produttivo, costituito prevalentemente da piccole e piccolissime imprese, collassi". I numeri, come dicevamo, sono impietosi: se nel 2011 l’ammontare complessivo dei prestiti erogati alle imprese ha superato i 995 miliardi di euro, facendo segnare una variazione del +3 per cento rispetto l’anno precedente, va comunque sottolineato che è stata inferiore alla crescita dell’inflazione, che l’anno scorso è stata del +3,3 per cento. Purtroppo, la situazione e’ peggiorata nell’ultima parte dell’anno, dopo che il nostro spread ha cominciato a crescere a ritmi vertiginosi. Se negli ultimi tre mesi dell’anno l’erogazione è diminuita dell’1,5 per cento, in dicembre la contrazione è stata del -2,2 per cento. "Oltre alla stretta creditizia – prosegue Bortolussi – nel 2011 le imprese hanno dovuto subire anche un forte aumento dei tessi di interesse che si è tramutato in un costo aggiuntivo per l’intero sistema produttivo pari a 3,7 miliardi di euro". Tuttavia, proseguono dalla Cgia, va ricordato che le ragioni di questa contrazione dei finanziamenti sono in parte riconducibili anche all’ aumento delle sofferenze bancarie registrato dalle aziende. "Nel 2011 – conclude Bortolussi – le insolvenze in capo alle imprese italiane hanno toccato gli 80,6 miliardi di euro, con un incremento rispetto l’anno precedente pari al +36 per cento. Questa situazione ha sicuramente indotto molti istituti di credito a ridurre i prestiti soprattutto a quelle realta’ produttive che non erano piu’ in grado di dimostrare una certa affidabilità".