I prezzi dei carburanti italiani mettono a segno un altro record. Sfondata quota 1,8 euro al litro, in alcune regioni i prezzi della verde stanno guardando sempre più da vicino la soglia di 1,9 euro al litro come nelle Marche dove, per via dell’addizionale regionale di 9,17 centesimi, il costo medio per un litro di benzina è arrivato a 1,877 euro/litro. A incidere, oltre alle accise, sono anche i prezzi internazionali ormai in crescita da qualche giorno. Secondo Staffetta Quotidiana hanno raggiunto, infatti, livelli record: la verde intorno ai 630 euro per mille litri, mentre il diesel si avvicina sempre più a quota 700. Per i prezzi alla pompa si è registrato, dunque, un fine settimana all’insegna dei rialzi con le medie ponderate nazionali dei prezzi tra i diversi marchi in modalità servito: benzina a 1,801 euro/litro (+0,6 centesimi), gasolio a 1,745 euro/litro (+0,3 centesimi). Quanto ai prezzi medi regionali della benzina, restano sotto quota 1,8 euro/litro soltanto Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trento, Valle d’Aosta e Veneto. I continui rialzi hanno fatto scendere sul piede di guerra le associazioni dei consumatori, che chiedono urgentemente un intervento del governo. Per Federconsumatori e Adusbef "la situazione e’ gravissima" anche alla luce "delle turbolenze a livello internazionale, dal momento che l’Iran ha deciso di sospendere la vendita di petrolio alle compagnie petrolifere francesi e britanniche". Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i rincari dei carburanti, "solo in termini diretti", spiegano le due associazioni, "hanno comportato ricadute di +420 euro per la benzina, e di +480 euro per il gasolio". Adiconsum pronostica "un’ulteriore impennata" dell’inflazione che potrebbe sfiorare "i 4 punti percentuali nelle prossime settimane". Per il Codacons la stangata sul pieno di benzina "si traduce in 19,50 euro a pieno, considerato che il 20 febbraio 2011 si pagava mediamente, con servizio, 1,510 euro/l. Un incremento del 25,8 per cento". Adoc infine ricorda che "l’Italia e’ diventato il Paese piu’ caro d’Europa dove mettere benzina, per un pieno si spende in media il 12 per cento in piu’ che nel resto d’Europa, in un anno la differenza e’ di 350 euro". L’aumento dei prezzi dei carburanti potrebbe avere ripercussioni anche sui prodotti alimentari. A lanciare l’allarme sono la Cia e Confeuro. Per la Confederazione italiana agricoltori "un litro di benzina costa praticamente il doppio di un litro di latte sullo scaffale (1 euro) e addirittura cinque volte di piu’ il prezzo alla stalla pagato agli agricoltori (35 centesimi)". Purtroppo, osserva la Cia, "non bisogna dimenticare che trasporti e logistica incidono per il 35-40 per cento sui listini finali di frutta e verdura dato che in Italia praticamente 9 prodotti su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola. E’ quindi evidente che i continui aumenti delle quotazioni dei carburanti ‘contagiano’ in negativo la spesa per il carrello alimentare degli italiani". La spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato quella per gli alimentari. Questa situazione non e’ piu’ tollerabile – sostiene il Presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso – ed e’ ogni giorno piu’ necessario che si prendano provvedimenti in merito, prima che gli operatori del settore agricolo vedano il prezzo della benzina schizzare a 2 euro al litro, che potrebbe rappresentare, poi, il punto di non ritorno"