"Ha vinto il partito. Quello della maggioranza di dirigenti, ex ministri, coordinatori, segretari locali che alla fortissima tentazione di Silvio Berlusconi – far sparire il simbolo del Pdl alle prossime amministrative e confondersi o creare liste civiche più gradite agli elettori – ha opposto un muro quasi invalicabile. Saranno stati quindi contenti – riferisce IL CORRIERE DELLA SERA – i tanti terrorizzati dall’idea di un salto nel buio quando ieri sera, alla cena a Villa Gernetto aperta a presidenti di Regione, amministratori locali, a tutti gli ex ministri, al gotha e non solo del Pdl (quasi un centinaio di persone, alla fine) il Cavaliere non solo ha detto rassicurante che ‘il simbolo del Pdl sara’ presente ovunque, non sparirà affatto, le liste civiche potranno essere solo un supporto al nostro partito’, ma ha presentato enfatico l’ultima sua creazione musicale che ‘ho finito di comporre ieri sera, in tre ore e mezza: è il nuovo inno del Popolo della libertà. I suoi, forse grati, giurano che ‘Gente della libertà (così si chiama il brano cantato ieri da un ragazzo del Conservatorio di Milano, al testo avrebbe collaborato anche Maria Rosaria Rossi) e’ ‘molto bello’, con rime tipo ‘siamo la gente della Liberta’, dell’Italia che verra’, siamo la gente che spera e lotta!’. In ogni caso, come la pensavano sul punto della sopravvivenza del partito i big l’avevano detto chiaramente gia’ prima della cena: ‘Solo una mente malata rinuncerebbe al nostro simbolo alle amministrative’, tuonava Altero Matteoli, in buona compagnia con i piu’ prudenti Fabrizio Cicchitto (‘Dovremmo essere coerenti e pragmatici: si’ a liste civiche, ma si’ anche al simbolo, le battaglie vanno fatte a viso aperto’) e anche Mariastella Gelmini, coordinatrice del gruppo che lavora sulle candidature locali: ‘Valuteremo caso per caso, comunque non presentare il simbolo Pdl sarebbe un azzardo e un’occasione persa: i nostri elettori ci sono, senza il simbolo si sentirebbero disorientati’. Si e’ convinto Berlusconi, evidentemente. E ieri sera ha preferito mettere l’accento piuttosto sui passaggi politici che saranno cruciali per il Pdl: ‘Dobbiamo restare uniti, cosi’ vinceremo, siamo al 23,6% ma in crescita’, il leit motiv suo e di Alfano. E poi, dopo aver annunciato che domani assieme ad Angelino Alfano vedra’ Monti, aggiunge: ‘Dobbiamo sostenere il governo lealmente come stiamo facendo, cercando di condizionarne l’azione nella direzione che per noi e’ la migliore’. Ma soprattutto, e’ stato l’invito, ‘dobbiamo fare le riforme con i partiti di maggioranza con i quali sosteniamo il governo, e siglare un patto sulla legge elettorale con il Pd: sono tappe essenziali. Poi, alle prossime politiche, ci sara’ tempo e modo per tornare a sfidarci’. Insomma, e’ sulla sfida in Parlamento piu’ che nella tornata elettorale che Berlusconi punta, restando pero’ convinto che serva anche nel partito ‘un rinnovamento profondo’, forse una vera rivoluzione per non essere ‘travolti dall’antipolitica’. Il futuro, per lui, non puo’ non passare per un partito delle tessere ú tantomeno ora, quando i congressi locali in troppi casi hanno mostrato vizi e scandali da vecchia politica. Piuttosto, servira’ un nuovo nome per il Pdl, ma forse anche una nuova veste e’ necessaria per la creatura che lui stesso volle a tutti i costi, e che deve tornare un ‘movimento’ agile e con organigrammi e strutture piu’ esili dell’attuale. Discorsi che il Cavaliere ha fatto spesso in questi giorni, che hanno agitato i vertici del partito perche’ il timore e’ che si stia pensando al prossimo varo di una sorta di Lista Berlusconi formata da suoi fedelissimi, che con il vecchio Pdl non ha piu’ nulla a che fare. Pericoli che Paolo Bonaiuti si affretta a smentire: ‘Non e’ assolutamente un’ipotesi in campo, nessuno l’ha mai pensata’. Ma e’ chiaro che, nei prossimi mesi, il dibattito nel Pdl sara’ tutto centrato su come presentarsi al voto nel 2013, senza doversi necessariamente accodare ad un Casini che e’ partito in anticipo per occupare piu’ spazio politico possibile al centro. Quel Casini con cui i conti si devono fare da subito per le amministrative: da Palermo a Genova, da Agrigento a Lecce, l’alleanza con il Terzo polo diventa una ciambella di salvataggio per il pdl a rischio di affondare".