"Due ore e cinquanta minuti per un pranzo possono sembrare un’enormità, ma non quando a tavolo sono seduti due commensali loquaci come il presidente del Consiglio Mario Monti e il suo predecessore Silvio Berlusconi. E’ accaduto ieri mattina, nella sala da pranzo di palazzo Chigi: tra i due è stato il secondo incontro nell’arco di due mesi, una frequenza rafforzata dai continui contatti telefonici". Questa la cronaca de LA STAMPA. "Centosettanta minuti trascorsi in un’atmosfera di cordialità, ‘in qualche momento in un clima di amicizia’, come tiene a far sapere uno dei partecipanti. Anche se non sono mancati momenti di incomprensione sulle questioni che personalmente stavano a cuore a Berlusconi. Come si conviene in queste occasioni, i due principali protagonisti erano accompagnati: il presidente del Consiglio dal sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà, ma anche dalla moglie Elsa, a conferma del clima informale; con Silvio Berlusconi c’erano Angelino Alfano, il delfino designato (a parole) alla successione del Cavaliere e Gianni Letta, l’eminenza grigia che dunque resta in sella come ambasciatore. Un incontro nel corso del quale, sia pure a volo d’uccello e senza impegni vincolanti da parte di Monti, sono stati affrontati svariati argomenti delicati: la governance della Rai e le frequenze tv, la riforma della giustizia e il destino dei processi di Berlusconi, gli scenari del dopo-2013 e la riforma del mercato del lavoro. Tema sul quale il Pd sta entrando in affanno e sul quale Berlusconi ha consigliato di procedere senza tabu’ e Monti ha risposto al Cavaliere: ‘La mia intenzione e’ di andare avanti’. Da qualche giorno Berlusconi – uomo dagli umori cangianti – aveva fatto trapelare l’ orientamento in lui prevalente in questa fase: quello di proporre a Monti di restare a palazzo Chigi anche nella prossima legislatura. Una proposta che il Pdl potrebbe lanciare, "prenotando" il professore prima che lo faccia il Pd: un investimento che, in Berlusconi, corrisponde anche ad un calcolo di convenienza politica. Col professore in campo e il Pdl colonna anche del futuro governo, il Cavaliere resterebbe il "dominus", rinviando il momento della successione e provando ad arginare le batoste giudiziarie da leader della maggioranza salva-Italia. Una linea che trova d’accordo (o ispiratore?) Giuliano Ferrara che nel numero oggi in edicola di "Panorama" scrive un editoriale dal titolo inequivocabile: ‘Temo che anche dopo Monti ci sara’ ancora bisogno di Monti’. Scrive tra l’altro Ferrara: ‘Il disdoro in cui e’ precipitata la stima pubblica dei partiti e’ tale che la metodolgia tecnocratica sembra una risorsa per oggi, domani e dopodomani. L’unica’. Da quel che trapela, accenni in questa direzione sarebbero stati fatti nel corso del colloquio di ieri e Monti si sarebbe sottratto, ribadendo il suo impegno a lasciare il campo non appena si concludera’ la legislatura. Ma il presidente del Consiglio prova a tenersi "buoni" tutti. A "Panorama" che gli ha chiesto 42 pensieri sui primi cento giorni di governo, Monti ne ha dedicato uno a Berlusconi: ‘Gli sono molto riconoscente perche’ il suo atteggiamento e’ stato di grande responsabilita’ verso il Paese’. Chiusa calda: ‘Lo sento spesso ma non lo disturbo su ogni cosa’".