"I dettagli che colpiscono, nelle spiegazioni date al Parlamento da Mario Monti in materia di Ici (ora Imu, Imposta municipale unica) sono soprattutto due. Il primo è che il presidente del Consiglio non ha mai usato il termine ‘Chiesa’. E non per un lapsus, ma perchè l’argomento delle esenzioni fiscali riguarda anche le attività commerciali legate al mondo cattolico; ma in parte non piccola altre realtà come a esempio le associazioni sportive dilettantesche. Il secondo – spiega Massimo Franco nella sua Nota sul Corriere – è il riferimento, fatto anche ieri davanti ai membri della commissione Industria del Senato, al processo per infrazione contro l’Italia aperto dalla Commissione europea; e tuttora pendente, almeno formalmente, sul governo di Roma. Avere mandato ‘in via informale’ a Bruxelles il testo del suo emendamento è stato un atto di cortesia istituzionale ma anche di prudenza. Così come lo era stato la scelta di spedire ad Almunia la relazione con la quale si illustrava il percorso deciso da Palazzo Chigi. Monti voleva essere rassicurato dal vicepresidente Joaquin Almunia sull’efficacia della soluzione che il Parlamento italiano si prepara ad adottare. Sa, infatti, che l’ipotesi di sanzioni pesanti a carico dell’Italia e, in prospettiva, anche della Chiesa italiana, sarebbe inesorabile; e il pericolo non sembra ancora scongiurato del tutto. Il procedimento di infrazione esige una risposta rapida e senza ambiguita’.
E cosi’, ieri il premier ha spiegato ai senatori di non avere voluto modificare il testo per non ‘destabilizzare il delicato meccanismo di andata e ritorno su questa decisione’: andata e ritorno dalla Commissione Ue. Ma le polemiche di parte cattolica e di settori del Pdl, del Pd e della Lega sul destino soprattutto delle attivita’ non commerciali del Vaticano, hanno costretto Monti a spiegarsi meglio. E il capo del governo l’ha fatto in modo esauriente, visto che la commissione del Senato ha votato all’unanimita’ il suo emendamento. Secondo Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, non ci sono sorprese. Monti ha spiegato che tutto cio’ che e’ commerciale deve pagare l’Imu, ‘e non si tratta solo della Chiesa’. In realta’, rimane qualche zona d’ombra su quali scuole e attivita’ ‘non profit’ saranno esentate e quali no. Il criterio degli istituti che garantiscono accesso a tutti e dunque svolgono un ruolo sociale anche per conto dello Stato dovrebbe garantire qualche certezza in piu’; e far rientrare le diffidenze e gli attacchi, alimentati dagli ordini religiosi che gestiscono alcune strutture educative.
Ma l’intenzione di colpire l’evasione fiscale che si fa scudo di queste etichette per non pagare le tasse e’ dichiarata. ‘Il non profit e’ un’attivita’ troppo seria e importante’, ha avvertito Monti, ‘perche’ possiamo permetterci in suo nome comportamenti non in linea, sottraendo risorse attraverso esenzioni fiscali indebite’. La reazione tuttora tiepida dei vertici della Cei conferma che il provvedimento crea magari non piu’ malumori ma qualche residua apprensione: sebbene nelle grandi linee sembra sia stato oggetto di contatti informali e riservati fra esperti del governo e dei vescovi.
E’ probabile che si aspetti di vedere quale sara’ la versione definitiva inserita nel decreto sulle liberalizzazioni: un provvedimento che nelle intenzioni di Monti sara’ approvato dal Parlamento entro il mese di marzo. Pesa a favore del governo, tuttavia, la consapevolezza delle gerarchie ecclesiastiche che Bruxelles vuole risposte chiare e in tempi brevi; e non accetterebbe misure tese a rinviare o annacquare la decisione. D’altronde, anche i difensori politici delle attuali esenzioni, a prima vista si sono mossi piu’ per marcare il proprio territorio di referenti del mondo cattolico, che per sabotare l’operazione di Monti: la loro soddisfazione unanime e’ frutto dell’abilita’ del premier ma anche di questa verita’ inconfessabile. Anche perche’ nessuno prevede che il 2012 sara’ meno pesante dell’anno passato, anzi: il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi vede una poverta’ in aumento. Assecondare ulteriormente l’evasione fiscale, chiunque ne sia responsabile, risulterebbe intollerabile". –