"Il volto di Walter Veltroni che si fa paonazzo quando accusa ‘il cinico’ Vendola, chiedendogli di scusarsi per averlo definito ‘di destra’ solo per aver speso parole di sostegno al governo Monti non deve trarre in inganno. Perchè – spiega La Stampa – l’ex leader del Pd che convoca i cronisti in sala stampa alla Camera per fatto personale, svela un problema tutto politico: di una sinistra in testa nei sondaggi, ma divisa sul governo, sui messaggi da dare al Paese e su come presentarsi alle urne tra un anno. Una sinistra che fatica a trovare posizioni comuni su nodi cruciali come la riforma del welfare. E un segnale di tensione interna e’ anche il rinvio di ogni decisione della segreteria del Pd sulla partecipazione allo sciopero Fiom del 9 marzo. Veltroni volutamente non allarga il campo delle polemiche, ma chi ammette esservi dietro il suo contrattacco al leader di Sel anche dell’altro sono i suoi uomini in Transatlantico: ricostruendo un humus di veleni e dichiarazioni al vetriolo come quelle di chi si augura la fuoriuscita di qualche ‘blairiano’ del Pd o le battute sui licenziamenti per giusta causa che si meriterebbero quelli che appoggiano le politiche di questo governo. Insomma un quadro che trasmette l’immagine di un partito scosso dalla rivoluzione impressa alla politica dal nuovo esecutivo e dalla prospettiva di alleanza future sempre piu’ incerte. L’ex leader si dice ‘indignato’ dall’accusa che dalle colonne di Oggi, due giorni fa Nichi Vendola gli ha formulato a proposito della sua posizione sull’articolo 18 che ‘non deve essere un tabù. ‘Spero che Nichi abbia la bontà di dire che queste parole gli siano sfuggite, essendo cresciuti insieme, avendo fatto insieme qualche battaglia, sapendo lui come ho speso la mia vita politica. Ma se vi fosse dietro una linea politica sarebbe cosa da discutere seriamente. Perche’ se Vendola pensasse che la posizione del Pd, che sostiene il governo Monti, fosse una posizione di destra, col loden e colta, allora sarebbe un problema. E non vorrei che fosse la spia di qualcosa di più profondo che bisogna chiarire’. Insomma in quei giudizi Veltroni riconosce ‘il difetto di una sinistra che indica come traditore e nemico chi ha un’idea diversa. Ma io non mi permetterei mai di definire di destra chi nel ’98 fece cadere Prodi e li potrei citare uno ad uno’. ‘Caro Walter – gli risponde l’ex compagno di partito Fabio Mussi, oggi dirigente di Sel brutta cosa appiccicare etichette, come quella che ogni giorno mette d’autorita’ fuori dal campo del riformismo chiunque non canti nel coro della sterminata maggioranza economica, politica e mediatica che sostiene il governo in carica’. D’Alema, di cui sono note le antiche ruggini con l’ex leader del Pd, lo difende a modo suo; perche’, dice, ‘certamente Veltroni non e’ di destra’. Ma l’ex premier, presentando un libro su Donat Cattin, risponde cosi’ alla domanda se l’esperienza del governo Monti possa proseguire dopo il 2013: ‘Alle elezioni si presenteranno i partiti e chi vincera’ governera’ il Paese. Certo ognuno tessera’ il suo filo in questo tempo. I partiti hanno di fronte un doppio lavoro, sostenere il Governo e costruire una proposta. Ed e’ evidente che questo Governo alza la soglia, poiche’ ha tolto spazio ai populismi e alla demagogia. E chiunque si candidi a governare deve farlo in modo piu’ elevato’"