Anticorruzione, Vietti: sì alla delega al governo

"’Bisogna assolutamente uscire dall’impasse’. Michele Vietti ha appena presieduto il plenum del Csm che ha approvato il parere contrario alla responsabilità diretta dei magistrati, spina nel fianco del governo insieme all’anticorruzione. I due temi – scrive Donatella Stasio nell’intervista a Vietti a pagina 10 del SOLE 24 ORE – sono sul tavolo della trattativa nella maggioranza, ma il vicepresidente del Csm non vuole sentir parlare di ‘scambio’. ‘Non posso pensare che un argomento così serio come la responsabilità civile dei giudici possa essere agitato strumentalmente’, dice. Quanto all’anticorruzione, fa esercizio di realismo: ‘Una delega al governo potrebbe rispondere meglio alle esigenze di un intervento piu’ sistematico e meditato’.

Presidente, è la seconda volta che il Csm boccia il Parlamento sulla responsabilità civile delle toghe.

‘I rischi di una responsabilità diretta del magistrato per il nostro sistema giudiziario sono gravissimi, come si legge nel parere. E non è vero che ce lo chiede l’Europa, che si occupa di responsabilità degli Stati, non delle loro articolazioni interne. Peraltro, nessun altro paese europeo conosce la responsabilità diretta. Ciò non vuol dire che non si debba cambiare la normativa esistente’.

Va cambiata anche la normativa sulla corruzione. Possibile che su questo terreno il governo rischi di cadere?

‘Mi pare che un dato acquisito di questa stagione sia il collegamento stretto tra il funzionamento del sistema giudiziario e quello del sistema economico. Dove la giustizia funziona, i processi sono rapidi, le decisioni prevedibili, le pene certe, la legalità è garantita. Questo è un indubbio effetto attrattivo per gli investimenti e dunque un contributo rilevante alla competitività del Paese. Vedo difficile estrapolare la materia della corruzione da questo contesto. A ciò si aggiunga che siamo inadempienti a livello internazionale perche’ non abbiamo istituito l’Autorita’ indipendente con funzioni di prevenzione anticorruttiva ne’ abbiamo adeguato la durata della prescrizione per i reati corruttivi. Percio’ il Capo dello Stato sollecita ‘seri’ adeguamenti normativi’.

L’ipotesi di una delega al governo e’ una strada in salita o in discesa per varare una riforma ‘seria’?

‘Non tocca a me entrare nel merito delle scelte di parlamento e governo. Mi limito a rilevare che data la elevata tecnicalita’ e la complessita’ della materia, una delega potrebbe rispondere meglio alle esigenze di un intervento piu’ sistematico e meditato. Tanto piu’ se questa fosse la via d’uscita dall’impasse’.

Intanto il Senato ha dato il primo via libera alla ratifica della Convenzione di Strasburgo sulla corruzione, firmata nel ’99 ma rimasta lettera morta.

‘E’ un segnale positivo che fa ben sperare anche per le successive puntate…’

Perche’ 13 anni di inerzia? Per motivi politici, tecnici o di interessi personali?

‘Purtroppo di fondo c’e’ una nostra scarsa sensibilita’ rispetto alle indicazioni che vengono dall’Europa. Si aggiunga che per il nostro costume nazionale, almeno fino agli anni ’90 la corruzione era, se non giustificata, tollerata come antidoto alle lungaggini della burocrazia. Anche quando questo alibi e’ fortunatamente venuto meno dopo la stagione di Mani pulite, la coscienza collettiva ha faticato a metabolizzare la forte pericolosita’ sociale dei comportamenti corruttivi. Il clima politico degli ultimi anni non ha aiutato a invertire il trend. Abbiamo fatto come i gamberi: un passo avanti con l’Alto commissario e due indietro col suo smantellamento. Per tacere delle modifiche in tema di prescrizione che hanno reso piu’ difficile concludere i processi, specie in questa materia. La Corte dei conti ha fornito un quadro allarmante sui costi della corruzione’.

Abrogare la concussione e trasformarla in altri reati: se ne parla da tempo e lo fa anche l’Ocse.
Sembra che sia l’unica modifica su cui il Pdl non nutre riserve. Lei e’ contrario: perche’?

‘Sono ben consapevole che la concussione e’ una peculiarita’ tutta italiana, ma e’ anche vero che il nostro e’ un paese peculiare: oggi il concusso e’ considerato una vittima e questo agevola l’emergere del fenomeno; se lo si dovesse trattare alla stregua del corruttore sarebbe piu’ difficile scoprire gli autori del reato. Peraltro le preoccupazioni dell’Ocse sono rivolte al profilo internazionale della corruzione e poco hanno a che fare con la disciplina interna’.

Dopo la Cirielli, i processi per concussione sono quelli che sopravvivono al taglio della prescrizione perche’ la pena e’ molto alta. L’abrogazione avrebbe ripercussioni sui tanti processi in corso: e’ un prezzo giusto da pagare?

‘I dati della Cassazione ci dicono che il maggior numero dei processi per reati contro la pubblica amministrazione che arrivano a sentenza definitiva sono quelli per concussione. Cio’ vuol dire che quelli per corruzione, statisticamente piu’ numerosi, sono morti strada facendo. Se vogliamo incrementare il numero dei 169mila processi che si prescrivono ogni anno….’

Gli organismi internazionali ci chiedono interventi sulla prescrizione, ma cambiare la Cirielli e’ un tabu’. Ammettera’ che aumentare le pene di alcuni reati puo’ essere solo un palliativo?

‘In questo momento non voglio contribuire a turbare un quadro politico ‘strano’, come dice il presidente del Consiglio. Prima o poi, pero’, bisognera’ porsi il problema che nel processo sono in ballo, oltre l’interesse dell’imputato, anche quello dello Stato a esercitare la sua pretesa punitiva nonche’ della parte lesa a ottenere giustizia’.

Tra le riforme possibili, qual e’ la priorita’?

‘La giustizia civile. Bisogna dirottare fuori dal circuito giudiziario un gran numero di controversie. Oltre a quelle previdenziali e seriali, penso al caso della legge Pinto che ha intasato le Corti d’appello al punto da provocare azioni per l’irragionevole durata dei processi per irragionevole durata’. Essendo ormai acquisiti i criteri per l’equa riparazione, non vedo perche’ debba essere un giudice e non un organo amministrativo a fare la somma’.

La delega sulla geografia giudiziaria e’ ostaggio di veti incrociati.
Monti rischia di partorire un topolino?

‘Gia’ la delega non brilla per coraggio: mi auguro che almeno la sua attuazione sia coraggiosa. Confido che il ministro sapra’ resistere alle tentazioni campanilistiche contro cui ha messo in guardia anche il Capo dello Stato. Per tacere dei 70 milioni di euro che si risparmierebbero ogni anno’.

Il ddl sulle intercettazioni era stato archiviato ma forse ritorna. A gennaio lo ha rilanciato Bersani, il Pdl torna a cavalcarlo e anche lei ne parla spesso. Crede davvero che ci siano le condizioni politiche per una buona riforma?

‘Tutti i problemi che da anni giustificano la discussione su questo argomento sono rimasti irrisolti. Il Parlamento puo’ decidere di fare o non fare la riforma, l’importante e’ che alla prossima infornata di intercettazioni pruriginose nessuno si stracci le vesti. Ovviamente va collocata al suo posto nella scala delle priorita’".