Crescono Comuni con energie pulite, coprono 26% consumi

Nel 2011 cresce "in maniera impressionante" l’uso di fonti rinnovabili nel territorio italiano: gli impianti hanno raggiunto quota 400mila, sono distribuiti in oltre il 95% dei Comuni (7.986 enti), con un aumento del 3% sul 2010 (erano 7.661) e del 525% negli ultimi 5 anni (erano 1.262 nel 2006). Di conseguenza cresce fortemente anche la produzione di energia pulita, che lo scorso anno ha contribuito per il 26,6% dei consumi elettrici. A dirlo è il rapporto di Legambiente ‘Comuni Rinnovabili 2012’, presentato oggi a Roma e realizzato con GSE e Sorgenia.

Secondo il dossier, dal 2000 ad oggi al contributo dei ‘vecchi’ impianti idroelettrici e geotermici si sono aggiunti 32 terawattora (TWh) da fonti rinnovabili, grazie a oltre 400 mila impianti di grande e piccola taglia, elettrici e termici, che da Nord a Sud, dalle aree interne ai grandi centri e con un interessante e articolato mix di produzione da fonti differenti, rappresentano oggi un caposaldo del bilancio energetico italiano.

La crescita dei Comuni dotati di ‘impianti puliti’ è stata costante nel tempo – erano 6.993 nel 2010, 3.190 nel 2008 – ed è in aumento la diffusione per tutte le fonti, dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, all’idroelettrico. Nel 2011 sono 23 i Comuni al 100% rinnovabili, quelli che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale, che con un mix di impianti diversi – da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento – coprono interamente e a volte superano i fabbisogni elettrici e termici dei cittadini residenti.

"Tra i risultati più significativi della crescita delle fonti rinnovabili – dice Legambiente – ci sono la riduzione della produzione da impianti termoelettrici (i più inquinanti), la diminuzione delle importazioni di fonti fossili dall’estero (in particolare di petrolio e gas), delle emissioni di CO2, ma anche la crescita degli occupati nel settore, con oltre 100mila nuovi posti di lavoro, a cui se ne potrebbero aggiungere 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione in edilizia".