Monti sferza i partiti che temono la fase 2 del professore

‘Noi abbiamo consenso, loro no’. Le dichiarazioni del premier Mario Monti da Tokyo suscitanola reazione dei partiti. La più dura dal segretario del Pd Pierluigi Bersani. ‘Stavolta – annota Massimo Franco a pagina 2 del CORRIERE DELLA SERA- l’attacco al sistema dei partiti e’ diretto, e un tantino sorprendente. E la risposta altrettanto esplicita del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, conferma che Mario Monti deve stare attento a misurare le parole con i suoi alleati. Dire, come ha fatto ieri il presidente del Consiglio in visita a Tokyo, che il governo ha un alto consenso nei sondaggi, i partiti no, qualche mese fa sarebbe stato interpretato come un eccesso verbale da ingoiare in silenzio. Adesso viene rintuzzato perchè le forze che lo sostengono in Parlamento vedono in quelle parole un aiuto involontario all’antipolitica. Per questo – scrive a pagina 3 il vice direttore di REPUBBLICA Massimo Giannini – , sia pure a dodicimila chilometri di distanza, Monti ci tiene a raffreddare il clima. ‘Non ho mai inteso mancare di rispetto alle forze politiche – chiarisce con il suo "team" – e sono io il primo a lavorare per cercare misure condivise. Anche sulla riforma del mercato del lavoro’. MA il tono delle reazioni lascia davvero pensare – come scrive Paolo Bracalini a pagina 7 del GIORNALE – che si tratti di una fase 2 di Monti ‘che con il viaggio in Oriente ha cambiato passo e anche stile da premier tecnico a premier autarchico’.

E questa fase due spaventa i partiti, anche perche’ i sondaggi confermano. ‘Secondo Ipsos l’analisi di Monti e’ corretta’ scrive ancora Bracalini che ha interpellato Renato Mannehimer che sottolinea come il consenso per il governo e’ piu’ alto di quello dei governi precedenti e la fiducia nei partiti in calo e si attesterebbe tra il 4 e l’8 per cento. Ma al di la’ dei sondaggi, le dichiarazioni del premier sono vissute male dai partiti, specie dal Pd alle prese con una serie di nodi.
‘Si avvicinano nuove scadenze. Le amministrative prima di tutto – scrive Goffredo De Marchis a pagina 11 di REPUBBLICA – . Nelle elezioni locali (6 maggio) il Pd si presenta quasi dappertutto con la foto di Vasto e non vuole lasciare praterie a Sel e Idv. Non puo’ permettersi di aprire una frattura a sinistra, a maggior ragione se con il modello elettorale tedesco, il prossimo anno, ogni partito fara’ la sua corsa solitaria. Il Pd ha bisogno di quei voti, ha bisogno di quel consenso. Per questo Bersani non vuole essere confuso nella melassa della "strana" maggioranza. Non e’ facile. Ma Bersani sta giocando anche una partita molto tattica. Praticando la ‘politica dei due forni’. Ossia, mettendo il Pd al centro di un progetto che puo’ guardare contemporaneamente all´alleanza del Pd con Vendola e Di Pietro (soprattutto il primo), e alla Grande coalizione che sostiene Monti. Tutto si tiene allora: gli attacchi al premier per le sue esternazioni orientali servono a mantenere il filo con la Cgil, con Sel e con il Paese costretto ai sacrifico. Il dialogo con Alfano e Casini per una nuova legge elettorale segnerebbe invece la fine del centrosinistra classico. ‘Ma non so come andra’ a finire il percorso delle riforme. Voglio cancellare il Porcellum ma posso fidarmi del Pdl e dell´Udc? Per questo non chiudo la porta al piano B, all´alleanza con Nichi’, e’ il ragionamento che il leader democratico sta facendo nelle ultime ore. Al fondo il segretario punta a preservare una storia, anche quella recente di opposizione all´esecutivo Berlusconi. E uno zoccolo duro. E un bacino elettorale da allargare ma da non disperdere. Prendere le distanze da un governo in calo nei sondaggi mentre le buste paghe sono alleggerite dalla tasse e l´Imu e’ in arrivo significa poi provare a mettersi in sintonia con l´opinione pubblica".

Ma non c’è solo la reazione del segretario di Pd.: le dichiarazioni di Monti hanno provocato ‘sconcerto, rabbia e nel migliore dei casi meraviglia (‘un po’ esagerato e inopportuno’, si lascia scappare perfino Casini) sulla pugnalata di Monti ai partiti che lo sostengono. Con una sola ‘eccellente’ dissonanza, quella del Cavaliere – annotano Carlo Bertini e Amedo La Mattina a pagina 3 della STAMPA. Convinto che il suo successore abbia ragione. Perche’ a quelli che sono andati a trovarlo, Berlusconi si mostra in sintonia con il sentimento di anti-politica diffuso nell’opinione pubblica: ‘E’ vero che i partiti, cosi’ come si presentano oggi, hanno poco appeal e che il piu’ credibile agli occhi dei cittadini sia proprio Monti’. Un concetto non ripetibile in pubblico per non ferire la sua creatura, il Pdl, e non creare guai ulteriori ad Alfano, che si guarda bene dal commentare le esternazioni del Professore’. Che comunque viene marcato stretto dai partiti che temono i suoi progetti futuri. ‘Tanto e’ vero che da Roma, un importante ex ministro del governo Prodi fa notare sottovoce: ‘Monti sembra lavorare per essere la vittima dei partiti "cattivi" e fondarne uno "buono", nuovo’. Subito dopo le amministrative di maggio, effettivamente, la questione del ‘partito di Monti’ e’ destinata a farsi piu’ concreta, scrive Fabio Martini nel retroscena da Tokyo a pagina 2 della STAMPA. Per il momento, ad ascoltare le confidenze di chi gli e’ amico veramente e gli ha parlato, ‘non c’e’ nulla, ne’ un progetto ne’ una rete’ e questo e’ un dato di fatto significativo. Ma e’ altrettanto significativa la reazione di Monti al quasi accordo tra i partiti sulle riforme istituzionali. A chi gli chiedeva un parere, il presidente del Consiglio ha risposto di ‘non aver letto i giornali’, ma da quel che trapela da fonti autorevoli, in realta’ Monti avrebbe confidato di essere rimasto sfavorevolemente colpito dall’iniziativa dei partiti, perche’ – questo e’ il punto – l’avrebbe letta come reazione alle sue esternazioni. E naturalmente ad un politico, dimostratosi sapiente come Mario Monti, non sfugge l’importanza delle regole che porteranno all’elezione del prossimo Parlamento. Chiamato a due scelte che potrebbero interessarlo molto: eleggere il Capo dello Stato e ‘suggerire’ il prossimo presidente del Consiglio".