Va incontro alla sanzione disciplinare della radiazione il medico che costringe pazienti a subire atti sessuali, abusando delle loro condizioni di inferiorità fisica e psichica. Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha confermato la radiazione dall’Ordine di un medico anestesista, sanzionato in via disciplinare dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Roma il 7 luglio del 2009. Il medico aveva fatto ricorso anche alla commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie ma anche questa aveva confermato la sua radiazione e, dunque, aveva deciso di rivolgersi alla Cassazione. L’uomo era accusato di aver indotto "a subire atti sessuali, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica di due pazienti: una, in particolare, al momento del fatto, avvenuto nel 2004, si trovava ancora in stato di semi-incoscienza dovuta a una anestesia generale non ancora del tutto smaltita. Il medico, poi, aveva tenuto nei confronti dell’Ordine un "comportamento palesemente ostruzionistico" nel corso del procedimento penale e "gravemente lesivo della propria reputazione e dignita’ della classe sanitaria". Nei suoi confronti, era stata anche pronunciata una sentenza penale con patteggiamento. La terza sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza n. 5050 depositata oggi ha respinto il ricorso dell’anestesista, rilevando che "la commissione medica dell’ordine prima e la commissione centrale poi, non si sono fermate alla constatazione dell’esistenza di un giudicato penale di condanna, ma hanno tratto dalle risultanze istruttorie del processo penale i fatti da valutare in sede disciplinare", avvalendosi cosi’ "dell’accertamento compiuto dal giudice penale, e’ condannato nella sentenza di patteggiamento per addivenire a una propria valutazione autonoma di tali fatti in sede disciplinare".