"Dopo di me tornerà la politica". Mario Monti prova a raffreddare le polemiche esplose in Italia dopo le sue parole sul consenso al governo e ai partiti, e in un’intervista concessa al quotidiano giapponese ‘Asahi Shimbun’ prima di lasciare Tokyo per concludere a Pechino il tour asiatico, sottolinea che il cambiamento politico" che si sta verificando nel nostro Paese "fa ben sperare per quando, presto, dopo le elezioni, ritorneranno governi a composizione politica". Monti non smette però di tenere alta l’attenzione sulla riforma del mercato del lavoro, "molto attesa dall’Europa" e dice di sperare in un’opera di "persuasione": "cambiare le consuetudini tradizionali produce forse qualche incertezza nella società – sottolinea- ma spero di superare questo problema spiegando e persuadendo". Il presidente del Consiglio spiega che il nostro Paese è sia "percepito come un’Italia che si sta rapidamente rinnovando, e io mi sono sforzato di sottolinearlo, e si sta rinnovando non sotto l’azione di un fattore, il governo, ma di tre fattori che – rileva – operano sinergicamente: il governo, le forze politiche che lo sostengono e che intanto stanno cercando un rinnovamento al loro interno, e, terzo e piu’ importante di tutto, i cittadini italiani’. Ed e’ a loro che Monti torna a riconoscere che ‘stanno dando una grande prova di maturita’". Le riforme continuano, aggiunge il premier, e "all’estero si aspetta di vedere che esito avra’ il quarto grande blocco di riforme. Dopo il consolidamento dei conti pubblici, la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni, c’e’ molta attenzione sulla proposta fatta dal governo per la riforma del mercato del lavoro e attesa su quello che accadra’ in Parlamento".
Sul tema insiste anche il Capo dello Stato, che ribadisce la necessita’ di andare avanti nel processo di riforma che deve essere accompagnato da politiche per la crescita e l’occupazione e dalla necessaria severita’ fiscale, ma tenendo conto delle situazioni socialmente critiche. E anche la Cei, per voce del segretario generale mons. Crociata, torna a chiedere che "il prezzo delle riforme non sia pagato solo da famiglie e giovani". Tuttavia, precisa il numero uno dei vescovi italiani, dalla Chiesa non puo’ venire nessuna posizione di "avallo a chi vuole che le cose restino sempre cosi".