Il WWF giudica inaccettabile la campagna preordinata per tagliare gli incentivi alle energie rinnovabili, che vede in prima fila aziende elettriche e attori istituzionali, campagna che mira a scoraggiare gli investitori e getta il settore nella più completa incertezza, con il rischio di fermare lo sviluppo dell’energia del futuro.
La crisi climatica, la crisi economica e il peso sulla bilancia dei pagamenti dell’approvvigionamento di fonti fossili dovrebbero indurre il nostro paese a dotarsi di una strategia che, promuovendo le energie rinnovabili insieme al risparmio e all’efficienza energetica, garantisca al Paese la coerenza con le politiche europee e internazionali, un percorso verso la decarbonizzazione e la sicurezza energetica.
Gli incentivi vanno modulati con l’obiettivo dello sviluppo del settore delle rinnovabili, garantendo certezze e modulando gli incentivi in base ai prezzi e costi effettivi: a questo servono le leve economiche. Il Governo e l’Autorità per l’Energia, al contrario, appaiono preda del nervosismo dei privilegiati di sempre, i produttori di energie convenzionali, gas, carbone e olio combustibile: questo è il frutto della totale mancanza di programmazione del settore, che ha portato a un sovradimensionamento dell’offerta di energia convenzionale rispetto alla domanda. Oggi la produzione di energia rinnovabile è un fattore calmierante del prezzo dell’energia, come hanno dimostrato studi scientifici: ma di questo l’Autorità per l’Energia non tiene alcun conto, mentre la minaccia di imminenti aumenti viene usata come “bomba sociale” per indurre il decisore governativo a drastici e irrazionali tagli sugli incentivi.
“Se davvero si vuole tagliare la bolletta degli italiani, si prevedano benefici per i cittadini che diventano autoproduttori e provvedimenti per garantire l’accesso agli interventi di efficienza energetica anche alle fasce economicamente più disagiate – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia – Inoltre va fatta chiarezza su tutte le voci della bolletta, dalle regalie agli impianti CIP6 e ai settori energivori agli esborsi per gli impianti non funzionanti (CapacityPayment), per non parlare delle compensazioni sull’uscita dal nucleare avvenuta ormai 25 anni fa e altre voci simili. L’Autorità non ha mai fornito un quadro chiaro e completo di quanto queste voci costino e siano costate agli italiani. Inoltre, occorre un serio esame di tutte le barriere che ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, comprese le lentezze e gli ostacoli burocratici frapposti nella fruizione degli incentivi. Di fronte al passaggio a un diverso modo di produrre energia, occorre innanzi tutto mettere mano agli antichi privilegi, individuando altresì le modalità di transizione che attenuino i contraccolpi sociali. Ma che oggi si sia nella necessità di sostituire le energie convenzionali con le rinnovabili è un dato certo: e il Governo non può rispondere a chi difende la proliferazione delle centrali a combustibili fossili e gli investimenti sbagliati”.