Nonostante la recente dichiarazione del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, per cui ‘evadere le tasse è peccato’, la Chiesa sembra sempre affrontare il tema dell’evasione fiscale con una certa esitazione. E’ la tesi di padre Giacomo Costa, direttore della rivista gesuita Aggiornamenti Sociali, che nell’editoriale del numero di aprile scrive: ‘L’evasione non e’ un furto come altri: è un’azione che mina il fondamento della vita sociale. E’ giunto il momento di trovare il coraggio di compiere gesti profetici, che mettano il patrimonio della Chiesa a servizio del bene comune, in un’ottica di solidarietà e carità istituzionale che sappia trascendere le esigenze pur legittime della stretta giustizia’. P. Costa invita a riflettere sul valore di una buona politica fiscale, di un fisco equo ed efficiente e di una coscienza consapevole quali efficaci ‘antidoti’ all’evasione fiscale. Il direttore della rivista gesuita propone alcune considerazioni sul ruolo della Chiesa, attore di fondamentale importanza in grado di offrire sul tema sia un patrimonio di riflessioni sia una testimonianza concreta.
‘Se il nostro Paese eliminasse l’evasione, potrebbe azzerare il proprio debito pubblico in circa 10 anni’. Per questo, e’ necessario andare oltre l’immagine di irriducibile ostilita’ del sistema fiscale come macchina anonima di prelievo per creare la coscienza diffusa del fisco come ”cassa comune’ alla quale contribuire secondo la propria capacita’ e dalla quale attingere per i bisogni di tutti e di ciascuno, in una logica di reciprocita’ e di solidarieta”. Per p. Costa, un buon sistema fiscale, equo ed efficiente, e’ strumento e condizione di sviluppo economico, garanzia di benessere e di coesione sociale.