Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’autismo, disturbo dello sviluppo cerebrale dalle cause per la maggior parte ancora sconosciute. Una patologia tutt’altro che rara, però, dato che colpisce da 2 a 5 persone ogni mille, prevalentemente maschi (2-4 volte più delle femmine).
Chi ne e’ colpito ha problemi nell’integrazione sociale, nella comunicazione e nel linguaggio, nonche’ interessi ristretti e comportamenti stereotipati. La variabilita’ del numero di persone colpite dipende dai criteri impiegati per la diagnosi, che si sono sviluppati e migliorati nel corso del tempo. L’autismo, spiegano gli esperti, ‘è una disabilità con prognosi frequentemente non favorevole, specie nelle forme piu’ gravi, e a decorso cronico. La diagnosi precoce e’ di estrema importanza, poichè permette di attivare interventi tempestivi, globali e integrati, che devono coinvolgere nel percorso riabilitativo e di presa in carico la famiglia, la scuola e tutto il contesto di vita’. Per poter affrontare tutto questo ‘è fondamentale la presenza di una rete di servizi specialistici accessibili e diffusi su tutto il territorio nazionale. Solo così è possibile ottenere importanti ricadute positive sulla prognosi’.
‘Molto è stato fatto, nel campo della ricerca e dell’assistenza ai bambini autistici e alle loro famiglie, anche e soprattutto grazie allo stretto raccordo con le associazioni – spiega Bernardo della Bernardina, presidente della Societa’ italiana di neuropsichiatria infantile – ma molto resta ancora da fare. La recente pubblicazione delle Linee Guida sull’autismo da parte dell’Istituto Superiore di Sanita’ rappresenta un ulteriore importante passaggio verso il miglioramento dell’assistenza e la strutturazione di percorsi di cura basati sulle conoscenze esistenti. Inoltre – conclude – permette di evidenziare in quali aree le evidenze scientifiche non sono ancora sufficienti, e di indirizzare conseguentemente la ricerca nei prossimi anni’.