CEI, CHIESA E ADULTI ASCOLTINO ATTESE E ANSIE GIOVANI

La "Chiesa, e quindi anche il mondo degli adulti, ascoltino molto le attese e le ansie che sono nel cuore dei nostri giovani e della gente che piange e che vive drammaticamente questa realtà" di difficolta’ economica e sociale. E’ l’appello di monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Cei. A Radio Vaticana, ha detto che bisogna credere nel futuro dei giovani e non farsi schiacciare dalla pietra che sembra quella del sepolcro di Cristo. "Credo – ha spiegato mons. Bregantini – che l’apporto piú grande che possa dare la Chiesa non sia tanto sul piano operativo quanto su quello relazionale e motivazionale. Dobbiamo essere capaci di dare alla nostra gente il gusto di guardare lontano, di essere progettuali, di investire, di credere nel futuro dei giovani, di non rassegnarci alla pietra che sembra schiacciarci tutti dentro al buio del sepolcro. Ecco perch‚ è molto bello quello che ci ha detto la Liturgia di questi giorni. La paura delle donne che vanno al sepolcro, la loro trepidazione, è la nostra stessa paura di fronte alla crisi. Ma, allo stesso tempo, noi come loro, possiamo scoprire che Dio ci ha già preceduto, ha già sciolto il nostro nodo e ha aperto la fatica che abbiamo nel cuore verso orizzonti inediti e inattesi". Tre sono le "cose piú importanti" per andare oltre questa epoca di difficoltà economica e sociale: "innanzitutto – ha detto mons. Bregantini – è necessario che la Chiesa, e quindi anche il mondo degli adulti, ascoltino molto le attese e le ansie che sono nel cuore dei nostri giovani e della gente che piange e che vive drammaticamente questa realtà. Poi è necessario stare molto uniti tra di noi, cioè trovare insieme le risposte, perch‚ è grazie all’intreccio forte e ferreo delle azioni che le nostre prospettive possono essere piú forti. Infine bisogna coltivare una speranza frutto di una fede grande".