Il cardinale Giuseppe Betori nell’omelia pronunciata in occasione della Messa di Pasqua in cattedrale a Firenze ha richiamato l’attenzione sulle angosce che assalgono l’uomo in questo momento, tra cui ‘l’impudente uso delle ricchezze e l’irresponsabile gestione delle finanze’, ma anche la ‘crisi del lavoro che tormenta soprattutto i giovani. Come risuona consolante questa parola – ha detto Betori facendo riferimento alla risurrezione del Cristo dalla morte – in questo momento di ansia e di oscurità che stiamo vivendo. Lo percepiamo evidente sul piano delle vicende economiche, ma siamo anche consapevoli che il disagio ha radici ben più profonde. E’ una società e un mondo tutto che si sta sfaldando nei suoi fondamenti. Troppe angosce – ha proseguito il cardinale – ci assalgono: le minacce alla vita umana ancor prima del suo sorgere e nei suoi momenti più deboli; le numerose violazioni dei diritti umani, non ultime le persecuzioni contro i credenti; i focolai di guerra mai del tutto domati in varie parti del mondo; le ancora numerose popolazioni schiave della fame e della sete; un ambiente sconvolto dall’uomo che lo sfrutta senza rispettarlo; l’impudente uso delle ricchezze e l’irresponsabile gestione delle finanze; lo scollamento dei legami sociali, con il venir meno dell’attenzione verso il prossimo, in particolare i piu’ deboli e i piu’ poveri; la crisi del lavoro che tormenta soprattutto i giovani; la fragilita’ della famiglia e gli attacchi ideologici alla sua identita’; gli interrogativi posti dalle manipolazioni sull’uomo e sul mondo che le nuove tecnologie sembrano permettere’.
Il cardinale Betori ha quindi messo in guardia da una risposta in nome di un progresso senza Dio che – ha affermato – ‘e’ troppo spesso portatore di involuzioni e contraddizioni’.