La pressione fiscale è al 45,1 per cento. E lo Stato sa incassare ma non pagare. Arrivano intanto i dettagli sulle rate dell’Imu, la temuta imposta sugli immobili che da quesdt’anno sostituisce l’Ici. "Due o tre rate a scelta per le abitazioni principali, fra le quali rientrano anche, se non locate, le case degli anziani che hanno dimora abituale in istituti di ricovero e cura ed entrambe le case di coniugi che abbiano dimora abituale e residenza anagrafica in due Comuni diversi". IL SOLE 24 ORE spiega l’Imu ai propri lettori. "Completato il passaggio in commissione Finanze alla Camera, le regole dell’Imu provano a definire il proprio assetto, anche se l’architettura definitiva dell’imposta è ancora lontana da raggiungere: arriverà entro il 10 dicembre, termine entro il quale il Governo ha tempo di ritoccare le aliquote nazionali di riferimento. Sul calendario dei versamenti, la Commissione questa mattina ha detto sì all’emendamento Udc che consente ai proprietari di abitazione principale di scegliere se pagare in due o tre rate. Nel primo caso, l’appuntamento alla cassa rimane fissato al 18 giugno e al 16 dicembre (termine che slitta a lunedi’ 17), mentre la seconda opzione prevede una tappa anche al 16 settembre (in realta’ sara’ il 17, lunedi’). Gli acconti di giugno e settembre vengono calcolati sull’imposta ad aliquota standard (33% a ogni rata per chi sceglie il doppio appuntamento, 50% per chi versa tutto l’acconto a giugno), mentre i conti con le scelte locali verranno fatti a dicembre (si vedano gli esempi in alto). Dal 2013, comunque, il calendario tornera’ a essere scandito nelle consuete due date di giugno e dicembre. In commissione e’ stata poi inserita la norma che consente di effettuare i versamenti anche con bollettino postale, oltre che con F24 come indicato nella disciplina originale dell’Imu. Questa seconda opzione, pero’, riguardera’ solo il saldo, dal momento che il bollettino potra’ entrare in campo solo dal 1° dicembre prossimo. I correttivi intervengono poi a regolare i casi di famiglie con situazioni diverse dalla classica coabitazione. In caso di dimora in due immobili diversi, la possibilita’ di considerare entrambi come abitazione principale scatta solo se queste non sono nello stesso Comune. Nel caso di coppie separate, invece, l’Imu e’ a carico di chi risiede nell’abitazione. Risolta, dopo qualche incertezza, la situazione degli anziani ricoverati in strutture di lungodegenza: se non e’ data in affitto, la loro casa viene trattata come abitazione principale, mentre per gli immobili locati lo Stato "rinuncia" alla propria quota di Imu per consentire ai Comuni di introdurre un trattamento fiscale piu’ leggero per queste fattispecie"
LA STAMPA invece fa le pulci allo Stato che non onora i propri crediti.
"Una volta si diceva che i soldi pubblici possono arrivare in ritardo, ma erano sicuri. Lo Stato era un buon pagatore: non tempestivo, ma affidabile. La crisi e una burocrazia sempre piu’ incancrenita hanno pero’ trasformato lo scenario, rendendo tragica la situazione di molti imprenditori che loro malgrado si sono visti allungare i tempi di pagamento di mesi se non di anni. Un malcostume generalizzato che tocca gli estremi in negativo nelle regioni del Sud. Il debito monstre accumulato dallo Stato e’ di 32 miliardi. Cifra arrotondata per difetto, visto che e’ difficile calcolare l’ammontare frammentato tra migliaia di piccole imprese, soprattutto di servizi. In questa poco onorevole classifica le Asl sono le peggiori (54% dei debiti), seguite dai Comuni (20%) e dallo Stato centrale (17%). I dati li fornisce il coordinamento delle imprese di servizi che rappresenta 18 mila aziende e quasi un milione di lavoratori. E il punto sono proprio i posti di lavoro messi a rischio dai ritardi, che in Sicilia e Campania possono arrivare anche a 3-4 anni. Nel 2011 i tempi medi di pagamento italiani sono stati di 180 giorni (sei mesi), contro i 128 del 2009. Nello stesso periodo, in Francia si e’ passati da una media di 70 giorni a una di 64 e in Germania addirittura da 40 a 35 giorni. Gli imprenditori non sperano tanto, ma invocano un recepimento rapido della direttiva europea che obbliga gli Stati al pagamento entro 60 giorni. Ma questa tempistica vale per i contratti che saranno stipulati in futuro. Mentre l’Italia deve sanare il pregresso, uno dei punti che sara’ all’esame del ministro Corrado Passera nella riunione di domani. Perche’ l’insostenibilita’ di questa situazione ricade sui soggetti piu’ deboli: le piccole e medie imprese che si ritrovano a fare da banche senza vedersi riconosciuto alcun interesse passivo per i ritardi accumulati dall’amministrazione pubblica. Non solo. ‘Spesso per avere quanto ci spetta ci impongono uno sconto sul debito’ racconta Ilario Perotto, presidente di Angem, l’Associazione delle aziende di ristorazione collettiva. ‘Non e’ tollerabile per imprese il cui margine e’ dell’1%, quando va bene’. Le imprese creditrici forniscono servizi molto diversi, ma tutti essenziali per il funzionamento di ospedali, scuole e strutture pubbliche: dalla ristorazione alla vigilanza armata, dalla raccolta dei rifiuti all’assistenza di anziani e disabili. ‘Potessimo almeno compensare i crediti con i debiti verso il fisco’, chiede Vincenzo De Bernardo, direttore di Federsolidarieta’-Confcooperative. Le imprese hanno le mani legate anche si tratta spesso di cooperative o imprese in cui il costo del personale rappresenta una voce importante: ci sono gli stipendi da pagare tutti i mesi. Ne’ possono rifiutarsi di lavorare, in molti casi si tratta di servizi essenziali. Da notare che non sempre il problema e’ la mancanza di soldi in cassa, a causa dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali: il 32% dei ritardi e’ ascrivibile infatti a lentezze burocratiche. Intollerabile, se si mette in relazione questo dato con i suicidi sempre piu’ frequenti di imprenditori sull’orlo del fallimento".