Dal prodotto raccolto nel campo a quello presentato sulla tavola finiscono nella spazzatura 12 miliardi di euro di alimenti, lo 0,72% del Pil italiano, pari a 15 milioni di tonnellate di cibo. Sono gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2010, presentanti a Bologna in conferenza stampa da Andrea Segrè, preside della Facoltà di agraria e presidente di Last Minute Market.
"Lo spreco è principalmente nelle abitazioni degli italiani – ha spiegato Segrè – nel frigorifero delle persone. Bisogna dare una maggiore dignità al cibo, perché anche in tempo di crisi c’è troppa gente che riempie il carrello della spesa perché attratta dai prezzi bassi e dalle offerte rischiando di buttare nel pattume troppo cibo. Per gli alimenti noi spendiamo il 15% del nostro reddito: una cifra molto bassa se si conta che nei paesi in via di sviluppo si spende il 70% del reddito. Occorre fare una distinzione maggiore tra il prezzo e il valore del cibo".
Il 20% dei rifiuti degli italiani è "imballaggio" e "confezioni", e un terzo è ancora cibo consumabile, scartato perché scaduto da qualche giorno. "Secondo i dati di una ricerca che presenteremo nei prossimi mesi – ha aggiunto il docente – un uomo medio di 30 anni spreca ogni giorno 2.400 calorie, pari al fabbisogno giornaliero di una persona".