25 aprile: Napolitano, è festa unità e sia esempio per uscire da crisi

Il nostro Paese ha ‘assoluto bisogno’ di unità per affrontare con successo le gravi difficoltà economiche, finanziarie e sociali che lo stanno investendo. E il 25 aprile, festa della Liberazione – ‘ricorrenza fondamentale nella storia dell’Italia unita – può rappresentare l’ulteriore occasione per rafforzare quel dialogo, quella ‘responsabile collaborazione’ necessaria per uscire dal tunnel. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano coglie l’occasione dell’incontro al Quirinale con le associazioni combattentische e d’arma per tornare su un tema a lui caro e rilanciato a piu’ riprese e cioe’ l’esigenza di un rapporto maturo, responsabile tra le nostre forze politiche, le nostre forze sociali. L’unica strada da seguire se si hanno a cuore le sorti del Paese. Il 25 aprile rappresenta da sempre una data intorno alla quale si sono consumati duri scontri politici. Un giorno, quello della Liberazione, che da sempre viene esaltato da chi considera la lotta partigiana il passaggio fondamentale per la liberazione dal fascismo e l’approdo all’Italia repubblicana. Di contro, un appuntamento – con tutte le sue manifestazioni e cerimonie dal Nord al Sud della penisola – contestato da chi lo legge come uno strumento attraverso il quale e’ stata abbattuta la monarchia e che ha rappresentato soprattutto l’avvio di una sorta di guerra civile, a volte feroce e protrattasi anche dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Napolitano, in questi anni al Colle, si e’ trovato a ‘presiedere’ una Repubblica caratterizzata da una forte competizione politica, dove gli eccessi verbali, la violenza delle parole, gli attacchi e le conseguenti repliche rappresentavano (e rappresentano ancora) lo sviluppo quotidiano del rapporto fra i partiti, tra le forze sociali. Da qui i ripetuti interventi, i frequenti richiami (a volte ‘inascoltati’, come detto in piu’ occasioni) del Presidente ad un rapporto tra gli attori della nostra democrazia che avesse alla base non lo scontro ma il bene supremo del nostro Paese. Con l’esplosione della crisi finanziaria internazionale – e le conseguenti drammatiche difficolta’ che ne sono derivate per l’Italia – la necessita’ di voltare pagina nel confronto politico si e’ fatta evidentemente sempre piu’ urgente e le divisioni ideologiche sempre piu’ figlie di un passato che si allontana. Ecco allora, con una crisi che ancora ‘morde’ il nostro sistema economico, la nostra societa’, che arriva il richiamo critico di Napolitano. Il Capo dello Stato non nasconde che le difficolta’ in cui versa il Paese sono ‘riconducibili a troppi ritardi e carenza nello sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il pieno dispiegamento delle straordinarie risorse ed energie su cui l’Italia puo’ far leva’. Per Napolitano il 25 aprile ‘e’ diventata la festa di tutto il popolo e la nazione italiana e nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo pazientemente compito per superarle, e’ oggi ammissibile’.
Un’affermazione non cosi’ scontata se pero’ a Roma e’ in corso da giorni uno scontro tra Anpi, l’associazione dei partigiani, e comune e regione, rette da figure politiche di destra come Gianni Alemanno e Rita Polverini, per i mancati inviti alle istituzioni locali alle celebrazioni e al corteo di oggi organizzato dalla stessa Anpi e che si concludera’ a Porta San Paolo, luogo simbolo della resistenza romana. Sembra essere chiaro il riferimento del Capo dello Stato a questa vicenda quando, parlando degli sforzi per superare le divisioni, esprime ‘in modo particolare’ il suo ringraziamento ai ‘rappresentanti in questa sala di tutte le parti politiche in seno alle istituzioni nazionali, laziali e romane’. Insomma, per Napolitano per superare la crisi l’Italia deve far leva sulle sue ‘straordinarie risorse ed energie’, nella consapevolezza ‘dei nodi che ci tocca sciogliere’, tra i quali c’e’ ‘certamente quello del pesantissimo debito pubblico accumulatosi nei decenni’. Ma deve anche spingere l’Europa, con ‘una seria iniziativa a livello dell’Ue’ perche’ in questa sede ‘si operino riequilibri e si adottino indirizzi essenziali per promuovere crescita e occupazione in tutta l’area dell’euro’. Tutto ciò, lascia però intendere il Presidente della Repubblica, si avrà solo se si agirà di comune accordo, senza divisioni. Come insegna il 25 aprile.