‘L’immobilismo rischia di lasciar fuori dalla porta il cambiamento, ma anche una certa deregulation del mercato del lavoro pone seri interrogativi perchè attenta alla coesione sociale e, a lungo andare, anche alla crescita’. Lo afferma il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, in un’intervista al Messaggero. ‘L’operato del governo sta tentando di mettere in sicurezza il sistema Paese’, osserva Bagnasco, secondo cui ‘l’approccio esclusivamente finanziario senza concreti e massicci piani industriali sarebbe di ben corto respiro. Solamente ciò che porta lavoro, e coinvolge testa e braccia del Paese reale, ridà sicurezza e futuro’. In merito ai recenti casi di suicidio, ‘anche uno solo è un prezzo insostenibile, e il fatto che se ne contino una trentina è drammatico’, dichiara Bagnasco. ‘La crisi non colpisce tutti allo stesso modo. Tuttavia – aggiunge – questa situazione non deve schiacciarci, dobbiamo uscirne migliorati rimettendo al centro i valori dello spirito e la forza dei legami che aiutano a non sentirsi isolati’. In tema di politica, per il cardinale ‘tutti i partiti sono destinati a rinnovarsi rapidamente se vogliono tornare a essere gli interpreti della società e la guida naturale del Paese. Se questo processo dovesse venir meno o si sprecasse il poco tempo a disposizione in tatticismi che hanno stancato – avverte – si aprirebbero le porte a esiti dannosi per tutti. Il vento dell’antipolitica – prosegue Bagnasco – è sbagliato e pericoloso. E’ un segnale da seguire con attenzione per confermare alla politica che essa è necessaria se non ci si vuole consegnare ai potentati economici’.