Che sia cominciata la strada che porterà la moneta unica a una svalutazione naturale nei confronti del dollaro americano? Dando uno sguardo a un grafico giornaliero, sembra che questa sia una possibile interpretazione, ma i punti da rompere affinche’ questo scenario venga confermato sono ancora lontani. Si tratta senza dubbio del livello di 1.3000, che contiene i movimenti dell’EurUsd dalla fine di gennaio. Occorre che il mercato riesca a rompere quest’area prima di poter immaginare scenari di discese importanti per la moneta unica e quest’area sembra poter essere raggiungibile dal punto di vista tecnico. I prezzi hanno formato una serie di massimi decrescenti a distanza di circa una figura l’uno dall’altro, le medie mobili (ema a 21, 100 e 200 periodi) rimangono impostate a ribasso e i prezzi hanno effettuato un retest di esse prima di cominciare la discesa, oltre al fatto che, su tutti i giri precedenti a ribasso dei prezzi, gli stocastici hanno seguito bene le quotazioni, cosa che sembra accadere anche ora.
Inoltre, ogni volta che i prezzi sono andati a testare l’area di supporto indicata, gli oscillatori sono stati in grado di anticipare delle frenate delle discese, andando cosi’ a delimitare una fase laterale decrescente sui massimi tra 1.3000 e 1.3500. Ora, nel momento in cui i prezzi dovessero avvicinarsi all’area di supporto statica in concomitanza di un oscillatore lontano dalla zona di ipervenduto o che non accenna a girarsi a rialzo, potremmo assistere ad una rottura del livello curato dagli operatori a causa della presenza di grossi quantitativi di stop loss dei rialzisti. Nel caso in cui questo dovesse accadere, ci aspettiamo discese verso 1.2600, ma l’euro, ci ha abituato a tante sorprese, per cui assistere anche alla rottura di quest’ultimo, sara difficile, almeno considerando lo stato dell’arte attuale (vedremo nei prossimi mesi come si evolvera’ la situazione europea, anche se a dire il vero, le preoccupazioni ch nutriamo sono davvero tante).
A guardare i fondamentali macroeconomici l’euro dovrebbe stare intorno a 1.1700/1.1800 il che sarebbe utile anche dal punto di vista dell’economia reale (Germania a parte), ma cosi’ non e’. I differenziali di tasso, per ora sono stati in grado di mantenere le quotazioni su questi livelli e nessuno e’ in grado (gli ultimi mesi di trading lo confermano) di prendere decisioni di lungo periodo, dal punto di vista degli investimenti. Oggi sara’ importante ascoltare la conferenza stampa di Draghi, soprattutto per vedere se ci saranno commenti sulla situazione spagnola, perche’ a livello di aspettative sui tassi o su commenti circa le LTRO c’e’ davvero poco. Attendismo per la valutazione dei risultati e tassi inchiodati all’1%.
Alla fine la trendline che il cambio eurodollaro seguiva con costanza da giorni non ha retto alla negativita’ del momento. Rotto 1.3210, in qualche ora, abbiamo visto avvicinarsi 1.31 che, stando alle percentuali di ritracciamento di Fibonacci (del movimento in salita compreso fra 1.30 e 1.3285), nonche’ ad un livello di minimo precedentemente visto, dovrebbe essere il livello obiettivo di questo movimento. Nel breve troviamo un livello di resistenza, invece, a 1.3170.
Qualche oscillazione non porta il cambio UsdJpy ad invertire la propria rotta di ribasso. Troviamo, infatti, un canale molto preciso che da un mese abbondante segna il passo e che indica un ritorno stabile al di sotto di 80. Tramontata ufficialmente l’idea della figura a bandiera (poiche’ il movimento correttivo sta durando troppo rispetto al principale) possiamo comunque continuare a sfruttare i due livelli indicati dal canale: poco al di sotto di 81 figura troviamo la resistenza, mentre il supporto si trova a 79.
Il movimento di discesa dei prezzi sta avvicinando sempre piu’ il livello da cui potrebbe prendere vita la figura di testa e spalle, su grafico daily, vista ieri e continuare quindi la tendenza ribassista iniziata da due settimane. Il livello di conferma si trova a 104.50.
Cambiano rapidamente gli scenari sulle valute. Ne e’ la prova proprio il cable che con la rottura di 1.62 di ieri ha, molto probabilmente, aperto una strada rivolta alla correzione. Un grafico orario mostra come questo movimento in realta’ sia in atto gia’ da una settimana e come le speranze di vedere salire la sterlina non siano proprio accantonate.
Si sta infatti verificando una perfetta figura di bandiera rialzista che con la rottura di 1.6205 dovrebbe riportare ad una salita dei prezzi. Ancora qualche spike su chiusura di giornata ha permesso un allargamento del range giornaliero senza però cambiare le carte in tavola. 1.2020 e 1.2005 tengono da due settimane. Sappiamo che la svolta rialzista potra’ avvenire sopra 1.2035. Un grafico giornaliero mostra con precisione cio’ che il cambio sta compiendo da settimane. Fuoriusciti dalla tendenza negativa, siamo entrati in un trading range perfettamente laterale e compreso fra 1.0480 e 1.0250. Soprattutto quest’ultimo livello attrae la nostra attenzione dato che ci troviamo particolarmente vicini e la price action globale di fuga dal rischio potrebbe premiare una strategia ribassista in rottura.