Belluno, Genova, Pistoia, Rieti e Trapani: sono soltanto cinque (su 27) i capoluoghi al voto il 6 e 7 maggio per il rinnovo del sindaco che vedranno il terzo polo correre da solo, con un proprio candidato, senza schierarsi né col centrosinistra né con il centrodestra. A differenza delle delle amministrative dell’anno scorso, quando c’era stato un ragionamento unitario che ha portato alla presentazione di un candidato del terzo polo a Milano, Napoli, Bologna e Torino, questa volta, il sodalizio tra Udc, Fli e Api, che su scala nazionale punta a dare vita a un nuovo soggetto aperto sulla scia dell’esperienza del governo Monti, ha deciso di non contarsi. Nella maggior parte dei casi, i partiti di Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli infatti vanno ognuno per conto proprio, con divergenze a volte eclatanti, come nel caso di La Spezia, Taranto e Brindisi dove i centristi sono schierati con il centrosinistra e Fli con il centrodestra. Di Palermo dove pure il nascente soggetto centrista si è disintegrato. E di Verona, dove è l’Api a sganciarsi dagli alleati, schierati invece a fianco del Pdl a sostegno di Luigi Castelletti, per appoggiare il sindaco uscente Flavio Tosi, grande favorito per la riconferma.
"Il significato politico di queste amministrative è zero. Non sono esperimenti nazionali da fare in periferia", dice Casini. Ma che invece i partiti non siano affatto indifferenti al voto di domenica prossima lo dimostra sia il fatto che tutti i nodi sul tavolo politico nazionale della ‘strana maggioranza’, dalla legge elettorale al taglio del rimborso elettorale, sono stati rimandati a dopo le amministrative sia il fatto che nell’ultima settimana i leader sono scesi in campo per la campagna elettorale nelle varie città. Per il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, "le comunali saranno un titolo di coda della vecchia politica. Da lì si partirà con la fase embrionale di quella che sarà la terza repubblica". E il leader di Api, Francesco Rutelli, non nasconde che "la politica nazionale vivrà una vera rivoluzione per queste amministrative perché si affermeranno molte realtà civiche. Ci saranno risultati inaspettati, come una forte battuta d’arresto del Pdl. E questo porterà un cambiamento politico che spingerà moderati e riformisti a nuove aggregazioni". Potrebbe essere, insomma, questo voto interpretato come un volano per il nuovo soggetto che Casini ha lanciato nelle scorse settimane. Per lo meno in caso di debacle dei due partiti maggiori (Pd e Pdl). Ma è un fatto che il ragionamento di Casini, Fini e Rutelli è stato quello di non contare la loro alleanza in un turno che bipolarizza molto di più rispetto alle politiche. In alcuni casi, anzi, soprattutto Fli e Api hanno optato per la presentazione di liste civiche senza il simbolo del partito, meno l’Udc che, essendo più radicata sul territorio ha preferito non rinunciare allo scudo crociato.
Sono pochi i Comuni nei quali i dirigenti del terzo polo confidano di arrivare al ballottaggio: Monza, Genova, Parma, Lucca, Agrigento. Ma solo nel capoluogo ligure Udc, Fli e Api sostengono lo stesso candidato, Enrico Musso. A Monza la candidata appoggiata da Casini, Anna Martinetti, potrebbe arrivare al secondo turno. Idem per Parma dove potrebbe superare il primo turno il candidato sostenuto dall’Udc Evio Ubaldi. A Lucca ha buone chances il candidato dei centristi e dei finiani, che però si presentano con una lista civica, Pietro Fazzo. Oltre alla corsa solitaria con un proprio candidato ad Asti, Belluno, Genova, Pistoia, Rieti e Trapani, il terzo polo è unito anche a Frosinone dove è alleato col Pd e a Gorizia dove appoggia lo stesso candidato di Pdl e Lega. La ricomposizione dei terzo polisti potrebbe avvenire al secondo turno nella maggior parte dei casi ma sarà difficile a Verona e molto complicata a Palermo dove la frattura creata dallo strappo dell’Udc a favore dell’alleanza con il Pdl a sostegno di Massimo Costa sarà difficile da sanare. Fli e Mpa candidano Alessandro Aricò ed è possibile un’intesa con il Pd al secondo turno.