Francois Hollande è il nuovo presidente della Francia con il 51,7% dei voti. Abbastanza alta l’affluenza alle urne che sfiora il 72%. Un socialista torna all’Eliseo a diciassette anni di distanza dall’uscita di scena di Francois Mitterrand. Ieri sera il primo discorso da presidente di Hollande a Tulle, sua città di residenza: ‘I francesi hanno scelto il cambiamento. Misuro l’onore e il compito che mi attende. Rivolgo un saluto repubblicano a Sarkozy. L’Europa ci guarda, l’austerità non può essere più una fatalità. La mia missione è dare all’Europa la dimensione della crescita. La libertà, l’uguaglianza tra uomini e donne, la laicità: questi saranno i valori che ci permetteranno di compiere la mia missione’. Angela Merkel, che vede sconfitto il suo asse politico con Nicolas Sarkozy, ha telefonato al neopresidente per congratularsi e invitarlo a Berlino. Tra i primi a telefonare al nuovo inquilino dell’Eliseo anche Giorgio Napolitano. Informa il Quirinale: ‘Il presidente ha telefonato a Hollande per esprimergli le sue calorose congratulazioni e auspicare fervidi rapporti di attiva collaborazione tra Italia e Francia nel contesto europeo’.
In serata anche un primo giudizio del premier Mario Monti contenuto in una nota, dopo aver telefonato a Hollande: ‘I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione sulla politica europea. La disciplina del bilancio pubblico rimarra’ un elemento essenziale dell’Unione economica e monetaria’. Aggiunge il presidente del Consiglio: ‘Una finanza pubblica responsabile e’ condizione necessaria ma non certo sufficiente per l’obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all’equita’ sociale. Per questo, e’ fondamentale che l’Europa adotti con urgenza concrete politiche per la crescita. L’Italia deve avere, in questo, un particolare ruolo di orientamento e di impulso in Europa. Tale ruolo trovera’ ora uno spazio maggiore’. Da Palazzo Chigi si fa sapere che il presidente Monti ha anche avuto scambi di opinioni con il presidente del Consiglio europeo Herman Von Rompuy, con il cancelliere tedesco Angela Merkel e con il primo ministro britannico David Cameron, al fine di valutare congiuntamente le prospettive che, a seguito dei risultati elettorali in Francia e in Grecia, si aprono per la politica europea, e in particolare ai fini della crescita economica, obiettivo che il governo italiano considera prioritario e che, con recenti iniziative, ha posto al centro dell’agenda europea. Pier Luigi Bersani valuta la vittoria di Hollande come ‘una bella notizia per l’Europa, un passo determinante per invertire il ciclo disastroso dei governi delle destre e anche per sconfiggere i venti populisti e regressivi che si fanno sentire in Europa’. Prosegue il segretario del Pd: ‘Ora si puo’ lavorare con piu’ forza e convinzione a un cambio delle politiche europee. L’Italia ha tutto da guadagnare da un avanzamento della piattaforma dei progressisti europei che riesce anche a individuare obiettivi di crescita da affiancare a un rigore che se e’ cieco ci porta a una recessione indomabile’. Giudizio entusiasta da parte di Riccardo Nencini, segretario del Psi. Valdo Spini, socialista di lungo corso che non ha aderito al Pd, auspica la riapertura del dibattito sull’ identita’ della sinistra italiana: ‘Spero che si smetta di parlare di fine del socialismo europeo. Nel 2005 il congresso Ds approvo’ una mia proposta per scrivere per esteso Partito del socialismo europeo (Pse) nel simbolo ma poco piu’ di un anno dopo si decise che sarebbe nato il Pd e che questo non sarebbe stato membro del Pse. Spero che ora ci sia una riconsiderazione di questa vicenda. Il problema riguarda anche Sel’.
Per Nichi Vendola, leader di Sel che ha avviato rapporti con il Pse, a Parigi ha vinto ‘la sinistra che difende l’Europa sociale, l’ Europa dei diritti e del welfare mentre la sinistra che sventola la bandiera del liberismo e del rigorismo viene travolta’. Antonio Di Pietro, Idv, sottolinea che ‘la vittoria di Hollande è un punto di svolta perchè può rafforzare la dimensione politica e sociale dell’ Unione europea che non deve piu’ rispondere alle logiche finanziarie degli speculatori e alle banche’. Moderato l’ottimismo di Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, sulle prospettive della vittoria di Hollande: ‘Puo’ essere salutare per l’Europa. Ho piu’ dubbi che lo sia per i francesi’. Angelino Alfano, segretario del Pdl, si limita ad augurare al vincitore Hollande ‘buon lavoro a beneficio della Francia e dell’Europa’. Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, prende le distanze dall’operato di Sarkozy: ‘Merkel e Sarkozy hanno disintegrato il Ppe. Serve una riflessione di fondo nel Ppe, finora anch’esso dominato come l’Unione europea dalle posizioni tedesche. E’ tempo che il Pdl in quella sede si faccia sentire non soltanto in una chiave diplomatica ma per confronti di merito sugli aspetti programmatici’.