Sono le Asl a detenere la quota di debito più elevata nei confronti delle imprese private italiane: 37,8 miliardi di euro (pari al 54% del totale). Seguono i Comuni, con un importo da saldare pari a 14 miliardi di euro (20% del totale), i ministeri, con mancati pagamenti pari a 11,9 miliardi (17% del totale) e le Regioni, assieme alle altre Amministrazioni locali, con uno stock di debito pari a 6,3 miliardi di euro (9% del totale). E` questa la distribuzione dei 70 miliardi di euro circa che i fornitori e le aziende private italiane avanzano dalla pubblica amministrazione.
L`analisi è stata realizzata dalla Cgia di Mestre che ha stimato i mancati pagamenti accumulati in questi ultimi anni dallo Stato e dalle sue articolazioni periferiche. "Con lo sblocco di una buona parte di questi 70 miliardi di euro – dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – le aziende fornitrici possono tirare un forte respiro di sollievo, soprattutto in una fase in cui prosegue la contrazione nell`erogazione del credito. Adesso, però, bisogna fare un ulteriore passo in avanti: ovvero, recepire la direttiva europea contro i ritardi dei pagamenti che obbliga i paesi membri a stabilire per legge tempi di pagamento, tra imprese e tra imprese e pubblica amministrazione, non superiori a 60 giorni".