Gli egiziani vanno oggi alle urne per eleggere il loro presidente, quindici mesi dopo la destituzione di Hosni Mubarak provocata dalla rivolta di piazza Tahrir. Il voto dovrebbe finalmente mettere fine al complesso periodo di transizione politica guidato dalla giunta militare. Con le consultazioni a doppio turno, infatti, avrà luogo il passaggio di testimone dal Csfa al nuovo capo dello stato. Se i risultati per l’elezione del parlamento – l’inverno scorso – hanno registrato la netta vittoria di ‘Libertà e Giustizia’, il partito dei Fratelli Musulmani, i risultati del primo turno delle presidenziali appaiono molto più incerti.
Almeno tre i candidati che potrebbero contendersi il ballottaggio: l’ex segretario generale della Lega Araba Amr Moussa; l’islamista indipendente Abdel Moneim Abul Foutouh; e Ahmed Shafiq, ultimo premier dell’era Mubarak. Fra i principali contendenti ci sono anche il candidato della Fratellanza Mohammed Moursi, e il nazionalista Hamdeen Sabbahi, socialista nasseriano coinvolto nella rivolta del 2011. Il primo ministro Kamal al-Ganzouri ha lanciato oggi un appello alla popolazione perché "resti unita assicurando la riuscita di questo processo elettorale, e accetti la decisione della maggioranza che uscirà dalle urne".
Il premier-economista ha auspicato che le elezioni "si svolgano nella calma", e ha domandato ai candidati e alle forze politiche di "chiedere ai loro sostenitori di rispettare la volontà altrui". Sono circa 50 milioni gli elettori chiamati alle urne oggi e giovedì per il primo turno delle presidenziali, mentre il ballottaggio è previsto il 16-17 giugno prossimi qualora nessuno dei candidati ottenesse la maggioranza assoluta al primo turno.
Fra resistenze della vecchia guardia e dinamiche del tutto nuove – come i confronti tv tra candidati – in un paese nel quale poco più di un anno fa le elezioni presidenziali erano un semplice formalità, è continuata sotto traccia la disputa tra i Fratelli Musulmani e il Consiglio militare (Csfa) che sembra intenzionato a non indietreggiare dal suo ruolo-chiave. Le incognite che riguardano il paese sono quindi ancora molte: dai valori che saranno espressi nella nuova Costituzione al modello economico con cui affrontare la crisi.