"Cento miliardi subito, trecento nel medio periodo: sono queste – scrive Repubblica – le basi dalla quali il governo intende partire per realizzare la spending review, la revisione della spesa pubblica necessaria per impedire – nell’immediato – l’aumento delle aliquote Iva (previsto per l’autunno), e per realizzare – più in là – l’attesa riduzione delle pressione fiscale. I tagli, quindi, si faranno in due tappe: prima il governo guarderà ai cento miliardi di spesa pubblica ‘potenzialmente aggredibile nel breve periodo" con ‘aggiustamenti che si possono fare subito, dall’oggi al domani’, poi sempre coinvolgendo gli enti locali, la base sulla quale lavorare per scovare gli sprechi sarà allargata ai trecento miliardi. Ma lì i cambiamenti saranno ‘robusti’ e dovranno passare attraverso ‘modifiche delle regole di vita e delle abitudini’. Lo ha detto ieri Piero Giarda parlando ai microfoni di Radio Vaticana.
I tempi si fanno stretti: ora le mani vanno affondate in quella massa di cento miliardi di spesa pubblica – divisa fra Stato, enti previdenziali, regioni ed enti locali – ‘aggredibile’ subito (anche se ‘ci dedichiamo un po’ all’uno un po’ all’altro’ dei due fronti, ha specificato Giarda). Entro la fine dell’anno va realizzato un risparmio di 4,2 miliardi necessario ad evitare l’aumento delle aliquote Iva che scatterebbe in ottobre. Da dove si comincia? Indicazioni piu’ precise dovranno essere fornite in settimana nella relazione del commissario Enrico Bondi al comitato interministeriale presieduto da Monti. ‘Tutto il governo, diversamente dal passato, e’ pienamente convinto che bisogna intervenire. I ministri stanno proponendo progetti di ristrutturazione delle loro attivita’ e il clima e’ positivo’ ha sottolineato Giarda. Poi certo, ha ammesso, ‘le resistenze cominceranno ad essere percepite quando i provvedimenti, da progetto, si tradurranno in iniziative legislative’. Il capitolo piu’ grosso dovrebbe riguardare la spesa sanitaria e i diversi prezzi che le stesse voci (dal costo della tac a quello per le garze) possono avere sul territorio (à).
Sopra le righe IL GIORNALE, che chiede un passo indietro sull’Imu: "Si deve dunque ammettere che e’ stata selezionata una base su cui si puo’ incidere in modo particolare. Sorge, cosi’, spontaneo il quesito: se c’e’ uno spazio di questa dimensione per ridurre le spese, come mai si e’ giudicata indispensabile la tassazione della prima casa, con l’Imu che, al lordo dei costi di riscossione, sembra dia al massimo un gettito di 3 miliardi annui? Questo onere fiscale ha generato una pesante deflazione dei valori immobiliari, ha ridotto i patrimoni delle famiglie erodendone il merito di credito, ha dato la sensazione che fossimo all’ultima spiaggia, ha diffuso il pessimismo nella popolazione e lo sconcerto nei piccoli risparmiatori. E ancora, se c’era questa possibilita’, come mai si e’ creata l’enorme complicazione consistente nel dover anticipare una rata di Imu, su una base imponibile che non e’ ancora del tutto chiara, con aliquote che ancora non sono state determinate?"
LA STAMPA titola sul "piano citta’", a cui sta lavorando il ministero delle Infrastrutture e trasporti: "Ma cosa prevede in concreto? La rigenerazione di aree urbane degradate, la valorizzazione di aree demaniali dismesse, la creazione di alloggi sociali, la ristrutturazione delle scuole per migliorare l’efficienza energetica, l’ottimizzazione del trasporto pubblico locale. Insomma, tutto quel che contribuisce a migliorare la vivibilita’ delle citta’ con in piu’ l’importante risvolto di rimettere in moto l’economia grazie all’impulso garantito al comparto dell’edilizia. Nella riunione di oggi verranno illustrate le diverse proposte. Si sa gia’ che tra le citta’ destinatarie di interventi ci sono Roma (in particolare il quartiere di Pietralata), Verona, Firenze, Bari. Il sindaco di Piacenza, nella veste di rappresentante dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani) ha individuato diverse aree al Nord, Centro e Sud Italia. Al tavolo siedono anche Federcostruttori, Confedilizia, Cassa depositi e prestiti, regioni, comuni e vari ministeri (Istruzione, Economia, Sviluppo economico).
L’intenzione del ministero è di procedere in maniera molto spedita. Il consiglio dei ministri dovrebbe approvare gia’ in settimana il provvedimento, mentre a giugno dovrebbero partire i primi cantieri. Secondo l’Ance per un miliardo investito ne vengono generati altri tre e con ricadute positive sull’occupazione. Nel piano citta’ molta attenzione e’ riservata alle scuole: su 45 mila ispezioni in 3596 scuole di tutta Italia, si prevede di spendere 943 milioni per mettere in sicurezza quelle piu’ fatiscenti. Piu’ della meta’ sono risorse gia’ stanziate dal Cipe e 161 milioni di euro sono gia’ stati erogati per i cantieri in corso (altri 20 milioni arriveranno entro luglio). Il totale delle risorse a disposizione sarebbe di 2 miliardi, reperiti qua e la’ tra le pieghe dei bilanci e programmi gia’ finanziati ma non piu’ attivi (à). Solo considerando l’housing sociale, 833 milioni di euro investiti generano 72 mila alloggi a canone sociale e 141 mila occupati".