Pressing del Pdl sulla riforma della legge elettorale, alla ricerca del consenso sul presidenzialismo alla francese proposto da Silvio Berlusconi. Le posizioni le riassume Il Giornale: "Il partito di Bersani rilancia per questo sul doppio turno. La proposta del capogruppo Dario Franceschini e’: questa legge elettorale funziona anche senza semipresidenzialismo, approviamola alla Camera e parallelamente discutiamo al Senato sul percorso costituzionale. (à) Vedremo se soprattutto Pd e Udc risponderanno a queste domande. Intanto, Pier Ferdinando Casini promette di occuparsi di semipresidenzialismo al suo ritorno da Baires e Luca di Montezemolo e la sua "ItaliaFutura" danno credito alla riforma,mentre Roberto Maroni dice per la Lega che siamo "fuori tempo massimo" e Adolfo Urso del Fli dichiara: ‘E’ una proposta di alto profilo ma Berlusconi avrebbe fatto bene a escludere una sua candidatura al Colle’.
Scrive LA STAMPA: "Non intende fare regali a nessuno Pierluigi Bersani in questa fase: il leader Pd, che domani dira’ la sua alla Direzione del partito, e’ intenzionato a far capire bene che non sarebbe saggio ora chiudersi in un recinto e dare alla destra una motivazione forte a costruire un fronte tipo ‘resto del mondo contro la foto di Vasto’. E se dunque all’ultimatum di Vendola e Di Pietro rispondera’ che ‘e’ ancora troppo presto per cristallizzare un rapporto politico a tre’ e che gli stati generali tra nomenclature sono la fine di un percorso da costruire aprendo le porte ad associazioni e forze civiche, al Pdl non intende dare, almeno ora, un placet sul presidenzialismo alla francese. Perche’ una riforma del genere, ragiona il segretario del Pd con i suoi in queste ore, ‘obbliga a modificare una ventina di articoli della Costituzione e non si puo’ introdurre con un emendamento’, mentre si deve fare e subito una nuova legge elettorale col doppio turno dando alla destra l’onere di dire si’ o no. L’unica incognita e’ l’atteggiamento di chi vorrebbe andare a vedere le carte di Alfano e Berlusconi sul presidenzialismo per non farsi addossare la colpa di uno stallo che rischia di tenere in vita il Porcellum. A costoro, Bersani dira’ che della riforma presidenziale si puo’ discutere seriamente nella prossima legislatura, ma che bisogna fare subito il doppio turno all’italiana. Magari con l’indicazione del premier gia’ in auge oggi, come antipasto di un’investitura popolare diretta del capo dello Stato e del governo che potra’ essere discussa a suo tempo. ‘Berlusconi la tira fuori perche’ ha perso le elezioni e deve tornare in gioco’, dicono gli uomini di Bersani. ‘Niente tabu’, ma loro mettono sul piatto altra carne al fuoco per dimostrare che non accettano gratis e in silenzio la nostra proposta del doppio turno’".
Il CORRIERE DELLA SERA si sofferma sui dubbi di Casini: "Dopo due giorni di silenzio, Pier Ferdinando Casini annuncia che esaminera’ la questione non appena sara’ tornato in Italia dal suo viaggio in Sud America: ‘Vogliamo fare cose serie. La nostra costruttivita’ non e’ mai mancata, ma vogliamo capire quanto c’e’ di serieta’ e quanto di propaganda’. E dal centrosinistra, a parte la proposta di discutere intanto di doppio turno e di rimandare alla prossima legislatura l’eventuale riforma presidenzialista, allo stato non arriva di piu’. Chiaro che il tema dovra’ comunque essere affrontato nei prossimi giorni, ma a dominare in queste ore e’ piuttosto l’attesa per le mosse del Pd rispetto alle alleanze possibili con Idv e Sel. ‘Certo che se chi si propone come candidato alla presidenza del consiglio per il Pd, cioe’ Pier Luigi Bersani, partisse accettando gli ultimatum da Antonio Di Pietro e da Nichi Vendola, non andrebbe molto lontano’, dice seccamente Casini, mandando un avvertimento all’alleato di maggioranza.
E da qui parte il ragionamento di Fabrizio Cicchitto per il Pdl: ‘Emerge fortissima la tendenza a dar vita a una alleanza, per alcuni addirittura a una lista unica fra Pd, Sel e Italia dei Valori. Come uno schieramento di questo tipo potra’ governare l’Italia e’ un problema assai serio, ma cosi’ andra’ a finire se le forze moderate e riformiste non troveranno ragioni di unita’ politica e programmatica’. Per questo, riparte l’appello ai moderati che ‘Alfano deve promuovere’ perche’ ‘Casini e l’Udc non possono far finta che questo problema non esista, cosi’ come Luca di Montezemolo se decide di scendere in politica’".