Non c’è accordo sul ddl anticorruzione sulle norme che precludono l’assunzione di incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione a quanti "abbiano fatto parte di organi di indirizzo politico, abbiano rivestito incarichi pubblici elettivi o siano stati candidati agli stessi incarichi" nei tre anni precedenti la nomina. La discussione sui pareri dei relatori (Jole Santelli, Pdl, e Angela Napoli, Fli) nel comitato dei 18 delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, si è protratta a lungo in particolare su questa norma formulata in un emendamento del ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Filippo Patroni Griffi.
A sollevare il problema il Pdl e la Lega, in particolare perché il riferimento alla sola candidatura ad incarichi elettivi sembrerebbe escludere chiunque abbia avuto a che fare con i partiti e la vita politica anche solo sotto forma di occasionale impegno elettorale. La norma è stata quindi accantonata in vista dell’esame dell’aula.
Al termine della riunione, si è avviato nell’aula della Camera la discussione sul complesso degli emendamenti al ddl. Fonti parlamentari di maggioranza prevedono che le votazioni sulle materie più delicate, a partire dalle norme penali proposte dal ministro della Giustizia Paola Severino e inglobate ora nell’articolo 13 del ddl, avranno luogo la prossima settimana.