Il fisco si legalizza? La circolare dell’ovvio… per il contribuente

E’ di ieri una circolare dell’Agenzia delle entrate dove si tratta lo spinoso problema della riduzione del contenzioso. Nella circolare n.22/2012, “Programmazione gestione della mediazione e del contenzioso tributario – Anno 2012 – Indirizzi operativi”, si danno indicazioni per migliorare la pretesa tributaria grazie al nuovo istituto della mediazione tributaria, si’ da arrivare alla tempestiva conclusione per i procedimenti, evitando poi di soccombere in giudizio. Quindi un risparmio di costi per il Fisco, nell’ambito di quei procedimenti dove è facile dedurre che il ricorrente abbia ragione. La circolare dell’ovvio (almeno per questo aspetto)? E’ così per il contribuente che fa ricorso, ma non è stato così fino a oggi per il Fisco. Infatti sarebbe stato ovvio che di fronte ad un errore facilmente riconoscibile dallo stesso Fisco, quest’ultimo avrebbe dovuto accettare subito il ricorso in autotutela e finire lì la questione. Ma la politica del Fisco era un’altra: pretendere -anche di fronte all’evidenza- di avere sempre ragione e cercare così di sfiancare il ricorrente per scoraggiarlo da livelli superiori e costosi -in tempo e denaro- di ricorso, e quindi rinunciarvi e pagare la pretesa pur di levarsi il problema. Con la circolare di oggi il Fisco ammette quindi di aver fino a oggi sprecato soldi e tempo (di noi contribuenti) per mettere in atto la politica arrogante tipica di tutte le amministrazioni. Evidenze, pluri-riconoscimenti giudiziali e non… niente da fare. Il motto è sempre stato: “Io sono il potere, io pretendo e tu -suddito- o ti dissangui per veder riconosciute le tue ragioni, o ti inchini al mio potere, tanto, bene che ti andrà, comunque i danni non ti verranno mai riconosciuti”. E’ forse così più chiaro perchè il contribuente medio non convive civilmente col Fisco e appena può lo frega? Oggi ci dicono che si cambia regime…. vedremo. In quest’Italia che dicono si stia rinnovando e stia uscendo dal tunnel del debito pubblico e del malaffare diffuso, finora stiamo vedendo tanto sangue e poco miele, e soprattutto tanto sangue che continua o si rafforza. Speriamo proprio di sbagliarci a essere così scettici e pessimisti.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc