CARCERI: COMMISSIONE DIRITTI UMANI, STATO VIOLA LEGALITà

‘Affermare che la condizione dei detenuti costituisce una violazione della legalità da parte dello Stato non è una forzatura frutto di una pur legittima indignazione, ma una pertinente considerazione tecnica’, così come ‘di non meno gravi violezioni della legalità lo Stato italiano si è reso responsabile nell’affrontare il problema delle migrazioni’: la denuncia è contenuta nel rapporto sullo stato dei diritti umani nelle carceri e nei Cie, formulato e approvato dalla Commissione Diritti Umani del Senato, presentato a Rebibbia dai membri della commissione e dal Capo del Dap, Giovanni Tamburino, davanti a una folta platea di detenuti. Lo Stato ‘ha il dovere di mettere fine a questa illegalità’, scrivono i senatori. Nel sovraffollamento degli istituti ‘non c’è nulla di contingente, frutto di una situazione particolare resa ancora più drammatica dalla crisi economica e dalla scarsità di risorse. E’ invece la diretta conseguenza della quasi assoluta identificazione della pena con il carcere. Non c’è nessuna ragione superiore come quella della sicurezza dei cittadini che possa giustificare la lesione della dignità della persona. I diritti umani sono sanciti dalla legge’ e se non rispettati ‘c’è una violazione della legge’, ha detto il presidente della Commissione Pietro Marcenaro: ‘Ci si dimentica il ruolo che la Costituzione assegna alla pena, che non e’ una funzione retributiva, pagare per quello che si e’ commesso, ma di integrazione, rieducazione e accompagnamento delle persone alla legalità’. Il rapporto pone l’accento sulla necessità di provvedimenti deflattivi: ‘Per svuotare le carceri – ha detto a tal proposito il senatore Salvo Fleres – occorre non riempirle. Questo non significa il perdono, ma percorsi di pena alternativi. Un sistema penitenziario che solo spende l’1,5% del costo di un detenuto per istruirlo non fa il suo dovere’.