
Lontano ormai il ricordo del boom del mattone e in piena crisi economica, solo il 17% degli italiani crede che i risparmi andrebbero investiti acquistando immobili (contro il 33,5% del giugno del 2011). Secondo una ricerca Censis-Abi, prevale ora l’idea che è "meglio aspettare e rimanere liquidi" (oltre il 36%, contro il 25,5% di un anno prima).
Nel 1981 gli italiani che vivevano in una casa di proprietà erano il 64%, oggi tale percentuale è salita all`81%, un dato "enorme" rispetto ai tedeschi (46%) e ai francesi (61%). Pare difficile immaginare che questo dato possa crescere ancora e il boom è ormai alle spalle. Ma, assicura il rapporto, la "mazzata" dell’Imu, "per quanto dura", non condurrà gli italiani a disfarsi della propria casa per tornare in affitto come trent`anni fa. Semmai"è cominciata la fase in cui questo patrimonio dovrà essere gestito e valorizzato".
Nel frattempo è cambiata anche la tipologia di case rispetto alla dimensione delle famiglie: negli ultimi trent`anni il numero totale di abitazioni è aumentato del 32%, esattamente come il numero delle famiglie, malgrado la popolazione sia aumentata appena del 5%. Ciò è avvenuto a causa della drastica diminuzione del numero medio di componenti per famiglia, sceso da 3 a 2,4. Il sistema, sostiene il rapporto, è quindi "in sostanziale equilibrio" per quanto riguarda il numero totale delle abitazioni, ma "rischia un certo disallineamento per ciò che riguarda la dimensione degli alloggi".