"Il Regno di Dio, anche se esige la nostra collaborazione, è innanzitutto dono del Signore, grazia che precede l`uomo e le sue opere". Lo ha detto Benedetto XVI dal Palazzo Apostolico Vaticano prima della recita dell’Angelus.
"La nostra piccola forza, apparentemente impotente dinanzi ai problemi del mondo, se immessa in quella di Dio non teme ostacoli, perché certa è la vittoria del Signore. È il miracolo dell`amore di Dio, che fa germogliare e fa crescere ogni seme di bene sparso sulla terra – ha proseguito il Pontefice -. E l`esperienza di questo miracolo d`amore ci fa essere ottimisti, nonostante le difficoltà, le sofferenze e il male che incontriamo. Il seme germoglia e cresce, perché lo fa crescere l`amore di Dio. La Vergine Maria, che ha accolto come ‘terra buona’ il seme della divina Parola, rafforzi in noi questa fede e questa speranza".
Il Papa ha citato "due brevi parabole di Gesù: quella del seme che cresce da solo e quella del granello di senape. Attraverso immagini tratte dal mondo dell`agricoltura, il Signore presenta il mistero della Parola e del Regno di Dio, e indica le ragioni della nostra speranza e del nostro impegno. Il tempo presente è tempo di semina, e la crescita del seme è assicurata dal Signore. Ogni cristiano, allora – ha spiegato -, sa bene di dover fare tutto quello che può, ma che il risultato finale dipende da Dio: questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno, specialmente nelle situazioni difficili". Anche la seconda parabola utilizza l`immagine della semina, quella del "granello di senape, considerato il più piccolo di tutti i semi. Pur così minuto, però, esso è pieno di vita, dal suo spezzarsi nasce un germoglio capace di rompere il terreno, di uscire alla luce del sole e di crescere fino a diventare ‘più grande di tutte le piante dell`orto’: la debolezza è la forza del seme, lo spezzarsi è la sua potenza".
"Così è il Regno di Dio: una realtà umanamente piccola, composta da chi è povero nel cuore, da chi non confida nella propria forza, ma in quella dell`amore di Dio, da chi non è importante agli occhi del mondo; eppure proprio attraverso di loro irrompe la forza di Cristo e trasforma ciò che è apparentemente insignificante – ha detto ancora il Pontefice -. L`immagine del seme è particolarmente cara a Gesù, perché esprime bene il mistero del Regno di Dio. Nelle due parabole di oggi esso rappresenta una ‘crescita’ e un ‘contrasto’: la crescita che avviene grazie a un dinamismo insito nel seme stesso e il contrasto che esiste tra la piccolezza del seme e la grandezza di ciò che produce".