Lo Stato ‘ha tradito’ gli enti intermedi e non li ha mai sostenuti verbalmente, formalmente o economicamente. A sostenerlo, sono le Pro Loco d’Italia che, in occasione dei 50 anni di attività, riflettono sulle azioni passate e sul futuro del turismo in Italia. Secondo l’Unpli, infatti, nel 2001, con la riforma del titolo V della Costituzione, lo Stato ‘ha sbandierato una sussidiarieta’ che non è mai stata applicata. Lo dimostra – ha spiegato il presidente nazionale Claudio Nardocci – la cancellazione dell’agenzia per il terzo settore’. Nell’ambito del programma dei festeggiamenti dell’anniversario, Unpli e Confcooperative hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle problematiche territoriali attraverso un incontro, a Roma, mirato a delineare un nuovo modello di volontariato e di cooperazione legato all’economia del turismo locale che, secondo gli enti, richiama più del 60% del movimento turistico nazionale. Possono pro loco e cooperative riuscire a fare qualcosa di buono insieme in questo momento molto difficile per il Paese?, ha chiesto Nardocci al pubblico, durante il suo intervento. La risposta: ‘Si’, le pro loco possono fare molto in questo periodo di crisi perche’, a differenza di altri enti, non hanno mai avuto soldi – ha spiegato – Il volontariato e le nostre associazioni possono tracciare un nuovo futuro per l’Italia e per i giovani’.
Sono 6000 le Pro Loco in Italia secondo l’Unpli e nel 2011 hanno contato ben 400 mila tesserati. ‘Insieme costituiamo una rete capillare, efficiente e di forte presenza sul territorio’, ha aggiunto il presidente, lamentando un controllo fiscale che ‘equivale ad uccidere un uomo morto’.
‘Ho sempre rispettato il sistema delle pro loco – ha detto Stefano Zappala’, assessore regionale al Turismo e Marketink del Made in Lazio – ma gli attori in materia di turismo sono una marea: lavorando su un settore che e’ il terzo produttore di Pil in Europa, dobbiamo sapere cosa stiamo facendo e in quale direzione stiamo andando’.