Il calo atteso dei redditi deprime i consumi delle famiglie che quest’anno registreranno una flessione del 2,8%. E’ quanto prevede il Centro Studi Confindustria negli scenari economici, dove si precisa che’la domanda totale interna scende bruscamente (-4,3% quest’anno, poi -0,6%), con il contributo di un massiccio decumulo di scorte (-0,7 punti di PIL nel 2012), giudicate ancora eccessivamente elevate dalle imprese nella rilevazione ISTAT di maggio’. Per Confindustria si dovrà poi registrare ‘la drastica revisione dei comportamenti di spesa delle famiglie, che puntano ad adeguarla al calo passato e atteso del reddito disponibile: -2,8% quest’anno i consumi e -0,8% nel 2013 (molto più giù delle stime di dicembre: -1,0% e +0,4%)’. Di contro la confederazione stima una crescita dell’inflazione. ‘La dinamica dei prezzi al consumo – sottolinea – registrerà una crescita del 3,1% nel 2012 e del 2,6% nel 2013, circa 1,4 punti aggiuntivi sulle previsioni di sei mesi fa’. Per Confindustria ‘l’aumento ingloba sia la maggiorazione delle imposte indirette sia il rincaro della bolletta energetica dovuto al finanziamento degli incentivi alle fonti rinnovabili’. La crescita dei prezzi, inoltre, per gli industriali ‘risente anche delle pressioni inflazionistiche interne: a causa della caduta della produttivita’, il CLUP sale del 3,3% nel 2012 (+0,8% nel 2011) e ancora dell’1,2% nel 2013. La forbice che si e’ aperta dal 2007 con la Germania tendera’ a chiudersi per l’accelerazione impressa alle retribuzioni tedesche dai recenti aumenti salariali negoziati collettivamente’.