Urps annuncia proposta su futuro delle Province, Avanti: Mantenere elezione diretta degli amministratori

Una proposta che tenga conto dell’impossibilità di annullare un’esperienza e una classe dirigente il cui rapporto con il territorio è vitale e capillare e della necessità di non compromettere il principio costituzionale della rappresentanza diretta e quindi l’elezione diretta degli amministratori. Questo il messaggio che l’Unione regionale delle Province siciliane (Urps) manda alle istituzioni – Regione e Stato in primis – in merito alla riforma messa in atto dal Governo Monti. A sintetizzare il pensiero dei consiglieri provinciali siciliani, intervenuti questa mattina al Castello Utveggio di Palermo durante il convegno sul ruolo delle Province nel governo di area vasta moderato dal direttore, l’onorevole Matteo Graziano, è il presidente dell’Urps, Giovanni Avanti: “A differenza che in passato, oggi si assiste a guerra sottile tra i vari soggetti istituzionali. I maggiori sacrifici vengono chiesti a Comuni e Province, come fossero il male del Paese, trascurando il fatto che costituiscono il fondamento dell’assetto istituzionale dello stesso”. Avanti premette che è sbagliato arroccarsi dietro posizioni di retroguardia e che un cambiamento è necessario, ma respinge la campagna denigratoria fondata su “ipocrisia e demagogia” che induce “altri livelli istituzionali a scaricare le responsabilità sulle Province”. “E’ giusto – ricorda – cambiare ma con una riforma organica, di senso compiuto, e non con interventi a spot. All’interno del dibattito, il nostro deve essere un ruolo responsabile. Dobbiamo avere la capacità di fare autocritica. Tuttavia, non si deve prescindere dal ruolo basilare che le Province ricoprono nell’ambito dell’area vasta”.
Il presidente contesta soprattutto il tentativo di inquadramento delle Province fra gli enti di secondo livello, ritenendo fondamentale il mantenimento della legittimazione popolare attraverso l’elezione diretta degli amministratori. “Magari – ammette – ridimensionando i numeri e rivedendo gli assetti organizzativi. Solo così sarà possibile mantenere il corretto rapporto tra chi governa i processi del territorio e i cittadini. La conquista del principio dell’elezione diretta non può essere messa in discussione. Soprattutto non può essere messo in discussione il nostro ruolo unico di elemento di coesione territoriale”. Avanti, pertanto, annuncia la volontà di avviare un’interlocuzione con il Governo regionale, elaborando, come Urps, un documento condiviso sul piano politico dai partiti ma non solo: “Bisogna mettere sul tavolo la questione nel corso della campagna elettorale, prima che la nuova Assemblea regionale venga eletta. Nei prossimi mesi ci sarà un’accelerata su questi temi. E’ importante che ognuno dia un contributo al di là delle appartenenze, per trovare una convergenza. Fondamentale sarà il rapporto di ognuno di noi con i rappresentanti della politica a livello locale, comunale”. Una proposta di natura politico-istituzionale e giuridico-legale quella annunciata dal presidente poiché “noi abbiamo un forte rapporto con i cittadini a differenza di chi questo rapporto lo ha già perso da tempo”.
A rafforzare la posizione di Avanti è la docente di diritto costituzionale dell’Università di Catania, Ida Nicotra, intervenuta alla tavola rotonda per ricordare come il Governo Monti abbia modificato il tiro rispetto al precedente decreto in cui si prevedeva l’abolizione totale delle Province, anziché l’accorpamento, al fine di neutralizzare i rilievi di incostituzionalità che il prossimo 6 novembre potrebbero pervenire dalla Consulta a seguito dei tanti ricorsi presentati. Nicotra ricorda anche che la Regione siciliana sarà chiamata a recepire la riforma. Nel farlo, però, avrà facoltà di “ribadire il principio di elezione diretta senza compromettere quello dell’equilibrio di bilancio, sancito dalla nuova formulazione dell’articolo 81 della Costituzione. Anche perché l’inquadramento delle Province tra gli enti di secondo grado collide con il principio di rappresentatività diretta degli enti territoriali sancito sempre dal testo costituzionale”.
Massimo Greco, presidente del Consiglio provinciale di Enna e rappresentante di tutti i presidenti dei Consigli provinciali siciliani, interviene a difesa dell’autonomia: “I provvedimenti dello Stato, seppure motivati dall’emergenza finanziaria, non possono violare l’autonomia degli enti locali, come conferma una recente sentenza della Corte costituzionale. Pertanto, a saldi invariati, il nostro ordinamento regionale lo facciamo noi”. A invocare un gruppo di lavoro che elabori una proposta normativa è il vicepresidente dell’Urps, Antonio Angelo: “E’ un grande errore volere sostituire alla democrazia un sistema di secondo grado, privando i cittadini del diritto costituzionale di controllo. Sarebbe più opportuno eliminare la miriade di enti e consorzi intermedi, assolutamente inutili e privi di contatto con il territorio. Dobbiamo dimostrarci una classe dirigente capace di risolvere i problemi e tagliare i costi della politica. Non quelli della democrazia”.