AVVENIRE, NON TOCCATE LE NOSTRE FESTE

‘Non toccate le ‘nostre’ feste’. ‘No al rullo compressore’. Così il quotidiano cattolico Avvenire titola oggi un editoriale del direttore Marco Tarquinio contro la proposta governativa di accorpamento delle festività. ‘C’è in ballo, a quanto pare, addirittura l’uno per cento del Pil – ironizza Tarquinio -. E allora ecco la lista: via Sant’Ambrogio, via Sant’Agata, via Sant’Ubaldo, via San Gennaro… E ancora via Primo Maggio, via 25 Aprile, via 2 Giugno… Potrebbe sembrare una questione di toponomastica, e invece – ohibo’ – e’ una questione di ricchezza perduta. Fare festa costa e soprattutto – ma chi l’avrebbe mai detto – interrompe i ritmi di produzione e di lavoro e, dunque, fa più povera l’Azienda Italia’. Il quotidiano dei vescovi sottolinea che questa ‘sarebbe l’ultima, rombante e sferragliante, passata di rullo compressore su un calendario che per tanti italiani e italiane non ha più domenica’. E per recuperare l’uno per cento del Pil, lamenta Tarquinio, ‘basterebbe spazzar via tutte quelle secolari anomalie festaiole fondate sui sentimenti religiosi e popolari della nostra gente, su radicate o più recenti tradizioni civiche o su avvenimenti legati alle vicende storiche e sociali di quest’Italia che ha appena compiuto 151 anni di unità politica e 64 di sana e robusta (nonostante i tempi grami) Costituzione repubblicana. Una bella rivoluzione nichilista’, aggiunge, rilevando che ‘la ricchezza civile e umana delle piccole e grandi Feste dei nostri territori e della nostra Italia vale, anche in soldoni, ben più di un punto di Pil’.