
I sindacati – Fp-Cgil, Fp-Cgil Medici – lanciano l’appello contro l’intervento previsto nel decreto spending review per diminuire le spese sostenute per le auto nella pubblica amministrazione: "Non tagliate 9mila auto mediche, non è un risparmio".
Il decreto – spiegano i sindacati – prevede il taglio di almeno il 50% delle spese per le autovetture delle pubbliche amministrazioni escludendo soltanto quelle utilizzate da vigili del fuoco, forze di sicurezza ed esercito. Tra queste figurano, in base ai dati pubblicati stamane dal Formez, le 18mila utilizzate dalle Asl, il 31% del totale. E – avvertono i sindacati Fp-Cgil – sono solo 169 le cosiddette auto blu, mentre le altre sono in gran parte necessarie a garantire le prestazioni sociali e sanitarie relative ai livelli essenziali di assistenza: "È a rischio quindi l`attività della guardia medica, dell`assistenza domiciliare integrata, della salute mentale, della prevenzione nei luoghi di lavoro, della veterinaria e di tutti i servizi che necessitano di spostamenti da parte dei medici e degli operatori sanitari. Resta il pericolo che possano essere incluse anche le autovetture utilizzate per il trasporto sangue e, con una interpretazione strumentale, le stesse autoambulanze".
"Invece di tagliare dove serve e di spendere dove occorre – ha affermato Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil – si taglia nel settore in cui già si spende di meno rispetto alla media degli altri paesi europei, l’unico che ha già autonomamente affrontato la sua spending review e per tempo. Facciamo un appello al Parlamento affinché non scompaiano oltre 9mila auto di servizio utili per la salute dei cittadini. Vengano invece azzerate le vere auto blu, tutte quelle che non servono a garantire i livelli essenziali di assistenza".
"La pesante riduzione delle risorse per le autovetture in sanità – aggiunge Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici – paradossalmente colpirebbe le attività territoriali invece che potenziarle a fronte del taglio dei posti letto e della riduzione del tasso di ospedalizzazione. É inaccettabile che all’ultimo momento siano stati esclusi dal provvedimento anche i militari, mentre vengono lasciati ‘a piedi’ medici e infermieri".