L’assemblea del Senato, per alzata di mano, ha approvato l’emendamento all’art.9 del ddl sulle riforme costituzionali che introduce l’elezione diretta con suffragio universale del presidente della Repubblica. Hanno votato a favore Pdl, Lega Nord e Cn. Contraria l’Udc, mentre Fli si è astenuto. Non hanno partecipato al voto, per protesta, Pd e Idv. L’emendamento, a firma del presidente e del vicepresidente Pdl al Senato Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, stabilisce che il presidente della Repubblica sia "il Capo dello Stato" che rappresenta l’unità della nazione e ne garantisce l’indipendenza. Dovrà vigilare sul rispetto della Costituzione, assicurare il rispetto dei trattati e degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia a organizzazioni internazionali e sovranazionali, rappresenta l’Italia in sede internazionale ed europea. Viene eletto a suffragio universale e diretto da tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore età.
In dissenso dal proprio gruppo si sono astenuti i senatori Pdl, Giuseppe Pisanu e Ferruccio Saro. "Continuero’ a sostenere il testo concordato, ma mi asterrò sugli emendamenti riguardanti il semipresidenzialismo", ha spiegato l’ex ministro dell’Interno. Per Pisanu con il venir meno dell’accordo tra i partiti di maggioranza "viene compromesso tutto il cammino delle riforme al nostro esame. A mio modo di vedere non possiamo subire passivamente un esito cosi infelice che getta discredito sulla volonta’ riformatrice del Senato e delle forze politiche che vi sono rappresentate". Saro parla invece di "un’occasione persa da questo Parlamento di riformare la Costituzione". E aggiunge: "E’ uno sbaglio approvare un provvedimento che non vedrà mai la luce e finira’ sul binario morto alla Camera. E’stato un errore fare prima un patto con il Pd sulle riforme e poi ribaltarlo e farlo con la Lega. Quale credibilita’ avra’ il Pdl in eventuali patti futuri? Non vorrei che la mossa del semipresidenzialismo fosse stato fatta per evitare la riduzione del numero dei parlamentari".
L’assemblea del Senato, per alzata di mano, ha poi approvato un emendamento a firma Gasparri -Quagliariello al ddl sulle riforme costituzionali che assegna la presidenza del Consiglio superiore della magistratura non piu’ al capo dello Stato ma al primo presidente della Corte di Cassazione.
Nel pomeriggio è invece scoppiata la "grana" Senato federale. L’Assemblea ha infatti votato un articolo del provvedimento che prevede la competenza della "Commissione paritetica per le questioni regionali, costituita presso il Senato della Repubblica". Una organismo pero’ in contrasto con il Senato federale che ha ricevuto il via libera dall’Aula nei giorni scorsi. Dure le critiche del leader di Api, Francesco Rutelli che ha parlato di "pastrocchio, contraddizione, una cosa incompatibile con il Senato federale" e ha chiesto la sospensione dei lavori. Secondo Lega e Pdl, invece, il "pasticcio" potrebbe essere risolto in sede di coordinamento formale. Il presidente di turno, Vannino Chiti, ha quindi deciso che, senza sospendere i lavori, la questione del coordinamento sarà valutata dal presidente Schifani e una decisione verrà presa prima del voto finale si domani sul ddl.