E’ partito dalla figura di san Lorenzo il cardinale Angelo Bagnasco. Il presidente della Cei ha celebrato messa nella sua Genova, dedicando l’omelia al martire di cui oggi la Chiesa festeggia la ricorrenza. Ha ricordato la sua testimonianza "anticonformista" e il suo stile controcorrente "per fedeltà al Vangelo". E poi ha calato il discorso nell’attualità. Un’attualità che, alla vigilia di Ferragosto, ha visto lievitare per mezzo stampa il dibattito sulla ‘cosa bianca’, tra un recente incontro Casini-Fini-Pisanu, convegni estivi che potrebbero fare da incubatore di future formazioni, ipotesi di un dopo-Monti nel quale Monti sia ancora presente. E qui Bagnasco è tornato ad incitare i cattolici a essere presenti nella politica, ma ha anche piazzato qualche paletto nel campo aperto di una futura coalizione tra moderati e sinistra.
I cristiani, ha detto l’arcivescovo di Genova, "sono stati e continueranno ad essere lievito nella società con fiducia e spirito di servizio". Sono consapevoli "che sui principi di fondo non si può mercanteggiare, che i valori non sono tutti uguali ma esiste una interna gerarchia e connessione; che l`etica della vita e della famiglia non sono la conseguenza ma il fondamento della giustizia e della solidarietà sociale; e fatta salva la memoria delle esperienze pregresse. Comunque – ha aggiunto – è sempre doveroso che, nella vita pubblica, i cattolici siano sempre più numerosi e ben formati, come da tempo esorta il Santo Padre Benedetto XVI e i vescovi italiani".
Bagnasco non entra nel dettaglio politico. Non parla di possibili intese cordiali tra Casini, Bersani e Vendola, non entra a gamba tesa su questioni aperte come le coppie gay e la bioetica, ma ricorda, comunque, che senza valori ogni forma di "doverosa partecipazione alla costruzione della città terrena", è un "involucro vuoto e dannoso, solo di potere, che cerca di riempirsi con pressioni e convenienze". E che "i grandi statisti cattolici che l`Italia ricorda", hanno messo a servizio del bene comune "un`alta caratura intellettuale, spirituale e dottrinale formata alla luce del Magistero sociale della Chiesa, senza reticenze o complessi, avendo ben chiara la fisionomia e la distinzione tra i diversi problemi e i diversi livelli".
Bagnasco ripete concetti già espressi, molti mesi fa, a Todi. Quell’esperienza sembra lontana, sebbene vi fossero presenti tre personalità della galassia cattolica poi divenute ministri del governo Monti: Lorenzo Ornaghi, molto vicino a Bagnasco, Corrado Passera (di cui i giornali di centrodestra paventano un futuro da capo-partito), e Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio che a Trento il 19 agosto ricorderà Alcide de Gasperi con il segretario Cisl Andrea Bonanni, il leader delle Acli Andrea Olivero e Lorenzo Dellai, oggi presidente della Provincia di Trento, domani, forse, un futuro a Roma. Riccardi ha spiegato al ‘Corriere della sera’ di non voler partecipare in prima persona in una ‘cosa bianca’ ma "il centro non può che fare bene al Paese" portando "istanza moderata e coesiva". Le parole di Bagnasco, intanto, vengono accolte dalla senatrice Api Emanuela Baio: "Oggi più che mai noi cattolici, soprattutto se impegnati in politica, chiediamo di essere testimoni, come San Lorenzo, di quei valori a cui la Chiesa ci richiama, come la vita e la famiglia". Ancora più netta l’Udc Paola Binetti: "Mi sembra che l’invito del Cardinal Bagnasco a non mercanteggiare sui principi, sia il punto più forte del suo messaggio", afferma, e, indirizzandosi ad un Pdl che ultimamente ha ironizzato sul futuro connubio dell’Udc con Nichi Vendola, precisa: "La posizione dell’Udc su questo punto è chiara, chiarissima e in perfetta continuità con quanto ribadito dal presidente della Cei".