Agroalimentare: Legambiente, è nelle mani della criminalità organizzata

Circa 14mila reati accertati, sequestri per oltre 1 miliardo di euro, danno erariale di oltre 113 milioni di euro per una gestione da parte di 27 clan che controllano almeno 5.000 locali pubblici. Sono le cifre con le quali Legambiente denuncia il nuovo fronte della criminalità organizzata nel settore agroalimentare, un’aggressione senza precedenti al Made in Italy gastronomico. Secondo il Rapporto Ecomafia di Legambiente nel 2011, sommando i dati messi a disposizione dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, dal Comando Carabinieri Politiche Agricole, dal Corpo Forestale dello Stato e dalle Capitanerie di Porto, i reati accertati nel settore agroalimentare sono stati 13.867, più che triplicati rispetto al 2010, mentre i sequestri sono stati pari a 1,2 miliardi di euro, con un danno erariale di oltre 113 milioni. Sono 27 i clan censiti da Legambiente con le "mani in pasta". A tavola è seduto il gotha delle mafie: dai Gambino ai Casalesi, dai Mallardo alla mafia di Matteo Messina Denaro, dai Morabito ai Rinzivillo. Che investe anche nella ristorazione: sulla base delle recenti inchieste e dei sequestri di beni, si e’ stimato in almeno 5.000 il numero dei locali pubblici nelle mani della criminalita’, fra ristoranti, pizzerie, bar, intestati soprattutto a prestanome e usati come copertura per riciclare i soldi sporchi.