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Quando si tratta di tagliare nastri i "nostri" referenti sono sempre in prima fila, quando si tratta di assumere responsabilità il gioco dello scarica barile è di norma. Così è accaduto anche per la questione dell’acciaieria di Taranto, l’Ilva. Avviare il risanamento comporterebbe la chiusura dell’impianto, la perdita di posti di lavoro e delle commesse. Si tenta di contemperare le esigenze del lavoro con quelle ambientali, cioè di salute per le persone e per il territorio. Compito difficile ma già realizzato nella Ruhr tedesca. A parte le responsabilità dell’imprenditore Riva, sottoposto a indagine giudiziaria che dovrà individuare colpe e sanzioni, quelle che ci suscita particolare irritazione e amarezza sono i giri di valzer dei "nostri" referenti, politici e sindacali. Oggi c’è la visita a Taranto dei ministri dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e dell’Ambiente, Corrado Clini. Che ci vanno a fare visto che i problemi di rispettiva competenza possono essere risolti a Roma? E cosa hanno fatto i sindaci del passato, tra i quali Giancarlo Cito, ospite delle patrie galere, e del presente, Ippazio Stefano, che girava con una pistola? Come si e’ potuto costruire una parte della citta’ a ridosso dell’acciaieria? E che dire di Raffaele Fitto, presidente della regione Puglia dal 2000 al 2005, che si impegnò a stanziare 60 milioni di euro per bonificare l’area in questione? Di euro non ne è arrivato neanche uno, ci risulta. E dell’attuale presidente, Niki Vendola, leader del SEL ((sinistra, ecologia e libertà) in sella da ben 7 anni? E dei precedenti ministri all’Ambiente, di quà e di là? E dei sindacati che dovrebbero proteggere gli operai, per il lavoro e per la salute? Anche loro nel giro di valzer!! E degli stessi operai, guidati da sindacalisti, che protestano e occupano le strade, creando danno agli utenti, mentre dovrebbero manifestare davanti agli stabilimenti e alle sedi istituzionali?
Ognuno guarda al suo "particulare" a danno di tutti.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc