Pdl-Pd in cerca intesa. Ma no grande coalizione

In campo per vincere. Dopo il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, oggi anche quello del Pdl, Angelino Alfano cerca, con un’intervista al Corriere, di sgombrare il campo dall’idea che i partiti di maggioranza stiano trattando, a cominciare dalla legge elettorale, per dare vita a una grande coalizione. "Noi – sottolinea l’ex Guardasigilli – corriamo per vincere e governare. Io credo che gli elettori debbano avere chiara l’alternativa tra due modelli, senza trucco e senza inganno".

E proprio come Bersani, anche Alfano sbianchetta l’ipotesi di un voto anticipato a novembre. Non c’è "nessun automatismo" spiega, tra il varo della legge elettorale e il voto che, osserva, si terrà tra "sei mesi". Il segretario del Pdl si conquista così il plauso di quella parte del partito, ex An in testa, a cui viene l’orticaria anche solo a sentir parlare di grande coalizione, come Maurizio Gasparri o Giorgia Meloni. Di fatto, nei ragionamenti di Silvio Berlusconi, questa ipotesi non è stata ancora scartata del tutto ma la parola d’ordine nel partito dell’ex premier è evitare di presentarsi agli elettori con una prospettiva di questo tipo che di certo non capirebbero. Al massimo se ne parlerà dopo il voto. Quanto alla discesa in campo del Cavaliere oggi tocca a Roberto Formigoni spiegare che ci sta riflettendo, che deciderà in autunno ma che è in "gran forma" e il suo impegno in prima persona è "probabile".

Questa d’altra parte potrebbe essere una settimana decisiva per le sorti della legge elettorale. Mercoledì si riunirà il comitato ristretto della commissione Affari istituzionali del Senato ma nei prossimi giorni, così come del resto in quelli precedenti, gli sherpa dei partiti di maggioranza (Verdini per il Pdl, Migliavacca per il Pd e Cesa per l’Udc) continueranno i loro contatti. L’ipotesi a cui si lavora è quella di un sistema di tipo proporzionale con premio al primo partito del 15% e un sistema di scelta dei parlamentari misto tra collegi e listino bloccato.

Un’ipotesi su cui ancora oggi è tornato a tuonare Antonio Di Pietro. L’intesa a cui si sta lavorando, dice, è una "superporcata" un "insulto alla democrazia" fatta apposta perché gli elettori non sappiano quali alleanze ci saranno dopo il voto.
Accuse che il leader Idv rivolge direttamente anche al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, allargando ancora di più il solco tra i due partiti. "Di Pietro sa solo insultare" e "la distanza è ormai incolmabile" gli replica Davide Zoggia della segreteria democratica.

Ma anche tra Pdl e Udc continuano le schermaglie pre elettorali.
Il capogruppo del partito di Berlusconi alla Camera, Fabrizio Cicchitto, chiede in una nota come possa Casini non sentirsi un "alieno" nell’alleanza con il Pd ancora attaccato, attraverso una "linea rossa", a un percorso che parte da Gramsci e Togliatti e arriva ai democratici e Sel.