Giustizia: ddl anticorruzione in bilico, il Pdl punta i piedi

Mentre Pdl, Pd e Udc provano a trovare un accordo sulla riforma elettorale (domani è prevista la riunione del Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama), ritorna la tensione tra i partiti di maggioranza sul tema giustizia. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, avverte che se sul ddl anticorruzione il governo dovesse chiedere il voto di fiducia non avrà quella del Pdl. Gasparri aggiunge che la sorte del ddl già approvato alla Camera deve essere ‘concordato con noi perchè anche noi vogliamo una legge contro la corruzione, ma vanno chiariti alcuni aspetti per evitare che invece di combattere la corruzione si combattano altre cose’. Gasparri replica così a una intervista di Filippo Patroni Griffi nella quale il ministro della Pubblica amministrazione aveva detto che il ddl anticorruzione va approvato ‘ad ogni costo, anche con la fiducia’. Stessa opinione espressa dal guardasigilli Paola Severino nei giorni scorsi, ricordando come sul tema c’è una costante pressione dell’Unione europea per aggiornare le norme italiane in materia.
Non e’ la prima volta, in tempi recenti, che il capogruppo esprime il suo dissenso sul problema giustizia. Gasparri, prima della pausa estiva, si era dichiarato disponibile a votare una mozione di sfiducia messa a punto contro il ministro della Giustizia dalla Lega Nord dopo che il governo aveva deciso di chiudere 31 sedi distaccate di tribunali nel quadro della spending review. ‘L’iniziativa della Lega riguardo il ministro Severino merita attenzione. Valutino bene in che ramo del Parlamento agire’, aveva detto in quella occasione Gasparri ricordando che Pdl e Lega Nord conservano la maggioranza al Senato.
Era stato successivamente Fabrizio Cicchitto a correggere la posizione di Gasparri. Questa volta il presidente dei deputati del Pdl non frena la polemica innestata dal suo collega di partito: ‘Sul ddl anticorruzione siamo totalmente d’accordo con quello che ha detto il senatore Gasparri’. Filippo Berselli, Pdl, presidente della commissione Giustizia del Senato, spiega che il provvedimento e’ ‘complesso’ e richiede un esame ‘attento e responsabile’, non frettoloso come quello di Montecitorio. In ogni caso, avverte Berselli, il governo deve ‘rispettare le Camere e non puo’ chiedere di farci approvare il testo cosi’ com’e”. La discussione avra’, se serve, ‘una corsia preferenziale ma con i tempi decisi dal Parlamento’.
Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione Giustizia di Montecitorio, invita il governo ad andare avanti ‘con fermezza’. ‘Il Pdl venga allo scoperto e dica cosa non gli va nel merito’, aggiunge ricordando il lungo iter del ddl approvato dalla Camera con voto di fiducia (una prima versione del provvedimento era stata presentata da Angelino Alfano, allora guardasigilli, in un Consiglio dei ministri del 2010). Il ministro Severino aveva sondato nei giorni precedenti a Ferragosto la possibilita’ di un rush finale di fine legislatura al Senato sul disegno di legge anticorruzione e alla Camera su quello riguardante le intercettazioni (gia’ approvato dal Senato). Nel caso non ci fossero le condizioni per l’approvazione dei due provvedimenti, le indiscrezioni parlano di un ministro intenzionato a lasciare in eredita’ i due provvedimenti alla prossima legislatura. Quello che il guardasigilli sembra non accettare, in accordo con il governo) e’ che si possa approvare l’uno o l’altro dei due disegni legge: o si approvano entrambi o non se ne approva nessuno.
Sempre in tema giustizia, resta irrisolto al Senato il rebus sulla ‘responsabilita’ civile dei giudici’. Lo scorso 2 febbraio il governo era stato battuto alla Camera su un emendamento alla Legge comunitaria 2012 (quella che recepisce norme e direttive europee) presentato dal leghista Gianluca Pini. A scrutinio segreto, con 264 voti a favore e 211 contrari, con il parere contrario del governo, l’Aula di Montecitorio ha detto si’ a una norma che recita: ‘Chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale’.
Interlocutorio il commento del ministro Severino in quella occasione: ‘Prendo atto, come sempre, della volonta’ del Parlamento. Confido pero’ che in seconda lettura si possa discutere di come migliorarlo perche’ interventi-spot su questa materia possono rendere poco armonioso il quadro generale. Lo ripeto: un provvedimento complessivo sarebbe stato preferibile’.
Di definitiva approvazione della legge comunitaria 2012 per ora non si parla. Quando tornano a fare problema i temi di una possibile riforma della giustizia, le posizioni di Pdl e Pd tornano lontanissime mettendo a rischio la stabilita’ del governo guidato da Mario Monti. C’e’ il rischio che di norme legislative su anticorruzione, intercettazioni e responsabilita’ civile dei giudici si torni a discutere nella prossima legislatura.