Bersani-Grillo, secondo round

Pier Luigi Bersani non ci sta, e torna all’attacco di Beppe Grillo e di quelli che ha chiamato ‘fascisti del web’. Con una precisazione: non sono Grillo e i grillini a essere fascisti, ma nella polemica contro il Pd, il leader del Movimento Cinque Stelle ha adoperato un linguaggio e toni di tipo fascista. ‘Io non do del fascista a nessuno – dice Bersani parlando alla Festa Democratica di Reggio Emilia -. E’ inutile che facciano tutto questo chiasso e dicano insulti, perchè so benissimo che il Partito nazionale fascista non c’è più e che siamo in altri tempi’. Anzi – scrive LA STAMPA – "il movimento di Grillo ‘pone anche delle domande che ci interrogano su tante questioni’, e quanto al web, il leader Pd si dice ‘assolutamente favorevole alla libertà della Rete’. Tuttavia, spiega, ‘parlare di cadaveri, di seppellimenti e zombie, è usare un linguaggio fascista. E’ vero o non è vero? A questa domanda vorrei una risposta. Toni e linguaggi del genere non vanno usati con nessuno’. Per Bersani non ci sono dubbi: ‘Frasi del tipo: "Siete dei cadaveri ambulanti", "vi seppelliremo vivi" e cosi’ via, sono le frasi di un linguaggio fascista, cosi’ come lo abbiamo conosciuto in Italia’. Dunque, ‘si rifletta e si risponda a questo, senza divagare, senza deformare quel che ho detto, senza insultare.
E a chi consiglia di lasciar correre, rispondo che essere riformisti significa anche piantare qualche chiodo. Non pensando a noi, ma pensando all’Italia’. Infine, il numero uno del Partito Democratico lancia un altro guanto di sfida a Beppe Grillo: ‘Se vuoi seppellirmi vivo – afferma -, vienimelo a dire. Vediamo se me lo dice…’. Tanto piu’ che il Pd non prova nessun timore del Movimento 5 Stelle: ‘Siamo fiduciosi in noi, siamo piu’ forti di quello che si pensi’. E quanto alle alleanze, ‘tra Casini e Vendola, io mi tengo Vendola. Ognuno organizza il suo campo e Casini non e’ nel centrosinistra. Dopodiche’ questo centrosinistra deve essere aperto’.
A Bersani replica Antonio Di Pietro, che cerca di ritagliare per se’ e per l’Italia dei Valori uno spazio.
‘Bersani – afferma Di Pietro dal suo blog, contestando l’accusa lanciata dal comico genovese al numero uno del Pd di aver agito in accordi con ex fascisti e piduisti – non e’ un piduista, e non ha mai avuto a che fare con Licio Gelli.
Muovergli un`accusa simile e’ fuori luogo. Cio’ premesso, pero’, e’ ingiusto e mortificante tacciare di fascismo, come ha fatto Bersani, milioni di persone che hanno espresso la loro delusione e la loro sfiducia nei confronti della politica del governo Berlusconi prima e del governo Monti poi con il voto all`Italia dei Valori, al Movimento Cinque Stelle e soprattutto con l`astensione di massa. Non e’ ghettizzando questi milioni di elettori come "fascisti" – osserva – che si possono risolvere i problemi enormi denunciati dalla loro protesta. Sciocchi insulti a parte, io credo – conclude Di Pietro – che il Pd si stia solo sottraendo a quello che dovrebbe essere il cuore di una politica positiva e trasparente, cioe’ al confronto sul merito’. Intanto, su questa polemica continuano gli interventi e le prese di posizione. A cominciare dal sindaco di Torino Pietro Fassino che osserva: ‘Quando c’e’ una febbre bisogna cercare la malattia, Grillo e’ la febbre’. Dal centrodestra si approfitta per polemizzare con il centrosinistra. ‘L’efficace scambio di insulti tra Bersani e Grillo – sottolinea il senatore del Pdl Raffaele Lauro – ha aperto di fatto la campagna elettorale. La politica ha sostituito degnamente il Bagaglino, non piu’ viceversa’. E per l’exministro Pdl Anna Maria Bernini, ‘secondo round, e io continuo a stare con Bersani contro l’incivilta’. Come sto con Berlusconi quando viene insultato nel silenzio assordante del Pd’".